Regione, promossi 900 dipendenti: assegni e scatti da 4 milioni
TRIESTE. Più o meno 2,7 milioni di euro per la premialità: significano “una tantum” tra i 750 e i 1.000 euro pro capite. E 1,4 milioni per le progressioni orizzontali: ne sarebbero interessati 900 dipendenti. L’accordo Regione-sindacati sul fondo 2015 per l’area non dirigenti è in dirittura d’arrivo. Potrebbe essere siglato già domani. Perché, pur essendoci alcuni nodi ancora da sciogliere sulle decorrenze, l’intesa sulle risorse c’è tutta: a disposizione dei dipendenti di Palazzo, complessivamente, 4.152.000 euro.
La proposta Alla vigilia di Natale l’incontro tra il direttore generale Roberto Finardi e le sigle sindacali è servito innanzitutto a definire il quantum. La proposta datoriale riguarda il fondo nel suo complesso: 2.039.000 euro prodotti da economie di gestione interna di quota variabile per la premialità e 2.113.000 euro di parte fissa. Di questa seconda tranche la direzione generale ha previsto l’erogazione di 1.400.000 euro per le progressioni orizzontali, vale a dire i passaggi da una posizione stipendiale all’altra basati su valutazioni di merito, all’interno della stessa categoria.
La trattativa La cifra consentirebbe lo “scatto” al 38% dei dipendenti regionali in servizio: circa 900 su 2.350. Una percentuale che la Cisl Fp ha chiesto di innalzare al 50%, «visti i troppi anni di blocco sia dei contratti che delle progressioni economiche», spiega il segretario regionale Massimo Bevilacqua. La risposta di Finardi non ha però lasciato troppe speranze: il direttore generale non ha il mandato della giunta per staccarsi dal 38%. Quanto alla premialità - «Non si tratta di premi ma di risorse previste nel contratto legate al raggiungimento degli obiettivi» precisano i sindacati – i dipendenti si divideranno 2.752.000 euro che si tradurranno in assegni fino a 1.000 euro a testa.
Il nodo decorrenze Nell’ambito della trattativa anche la novità della presenza dei dipendenti arrivati dalle Province (dai Centri per l’impiego 194 assunti a tempo indeterminato e altri 57 precari di cui 46 già stabilizzati). La proposta pubblica è di utilizzare una parte dei trasferimenti in entrata dagli enti di area vasta per le progressioni degli addetti inquadrati in Regione dopo il primo luglio 2015. Due le possibili decorrenze: la prima con le risorse attuali da utilizzare per i dipendenti regionali in servizio al primo gennaio 2015 utilizzando l’attuale sistema di valutazione; la seconda dal primo luglio 2015 per una percentuale di dipendenti traferiti dalle Province con i soli nuovi fondi che le stesse stanno girando alla Regione sulla base di nuovi criteri di valutazione da definire a un tavolo tecnico per non compromettere eventuali progressioni di carriera anche a chi è arrivato a seguito di devoluzione di funzioni.
Le risorse provinciali Quanti fondi, però? Stando alle stime sindacali, le Provincie dirotteranno circa 350mila euro (62mila euro Trieste, 72mila Gorizia, 82mila Udine, 130mila Pordenone). La Cisl Fp, fa sapere ancora Bevilacqua, ha evidenziato il fatto che «per gli ex dipendenti delle Province, sprovvisti della progressione perché trasferiti precedentemente alle possibili decorrenze, la Regione deve farsene carico utilizzando proprio i fondi provinciali, senza depauperare il proprio». In che modo? «Con un accordo stralcio che utilizzi il sistema di valutazione regionale con una decorrenza delle progressioni anche dal primo gennaio 2016».
Le posizioni organizzative Altre soluzioni, eventualmente, emergeranno domani, il giorno in cui i sindacati si aspettano di chiudere l’accordo «onde evitare eventuali ulteriori blocchi delle progressioni» causati da norme nazionali. Sempre per quel che riguarda gli ex dipendenti delle Province, tra qualche settimana si ragionerà delle loro Po, le posizioni organizzative prorogate al 31 gennaio per non compromettere il servizio. A quel punto, ha informato Finardi, rientreranno nel disegno riorganizzativo della Regione (157 Po in totale di cui 11 “ereditate”).
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