Regione, lo spettro dello sciopero sul voto

I sindacati del comparto unico alzano la voce. Ipotizzata l’astensione dal lavoro a ridosso delle elezioni
Un presidio dei lavoratori del comparto unico organizzato sotto il Consiglio regionale
Un presidio dei lavoratori del comparto unico organizzato sotto il Consiglio regionale

TRIESTE. Partiranno con le assemblee regionali, il 2 e il 3 maggio. Ma, nel caso in cui Regione, Anci, Upi e Uncem non aprissero la trattativa sul rinnovo del contratto, sono pronti ad andare oltre. Fino in fondo. La manifestazione di protesta più eclatante, lo sciopero, non è esclusa. E la collocazione temporale può spaventare la politica: il 5 giugno si vota per le amministrative.

Panontin: «Pubblico impiego, allarmi ingiustificati»
Un presidio dei lavoratori del comparto unico organizzato sotto il consiglio regionale

L’attivo dei delegati, ieri a Udine in sala Ajace, conferma il malumore del sindacato nei confronti dei datori di lavoro. «Aspettiamo le comunicazioni promesse dall'assessore Paolo Panontin dopo il 20 aprile, una volta insediata la delegazione trattante, ma il tempo stringe», dicono a una voce sola i segretari regionali Mafalda Ferletti (Fp-Cgil), Massimo Bevilacqua (Cisl-Fp), Maurizio Burlo (Uil-Fpl), Paola Alzetta (Cisal) e Fabio Goruppi (Ugl).

Sul tavolo, stavolta, «si dovrà parlare di un contratto scaduto dal 2009, data dalla quale, per il blocco del turnover e la conseguente perdita di quasi 2mila posti di lavoro nel pubblico impiego regionale, si sono risparmiati quasi 500 milioni». Le modalità della protesta, e l'eventuale avvio di una procedura di sciopero per i 14mila lavoratori del comparto, sono dunque legate alle risposte di Panontin alle rivendicazioni delle categorie.

I 14mila del comparto verso lo sciopero
La protesta natalizia dei dipendenti del comparto unico

Decise, anticipa Mafalda Ferletti, «a non accettare più rinvii da parte di un sistema datoriale che si è sin qui dimostrato inadempiente anche sul fronte della mobilità: nessun sindaco, Trieste a parte, ci ha infatti sin qui convocato per discutere delle modalità di passaggio del personale alle Uti, formalmente costituite dal 15 aprile».

Tutto questo, ricorda Burlo, «in presenza di protocolli di accordo, sottoscritti da Panontin, da noi proposti oltre due anni fa. Protocolli di cui non si è tenuto conto quando i dipendenti provinciali dei centri per il lavoro sono passati sotto la Regione. Lo stesso, con ogni probabilità, accadrà quando a giugno faranno lo stesso percorso le guardie venatorie».

Regione, comparto unico: scontro sindacati-giunta
Una protesta dei lavoratori del comparto unico sotto il Consiglio regionale

Il segretario della Uil, più in generale, aggiunge dei rapidi calcoli: «Se dal 2009 si sono risparmiati 75 milioni all'anno e l'ultimo rinnovo contrattuale è costato 19 milioni, non c'è dubbio che è giunta l'ora di affrontare anche la questione economica». Mentre Bevilacqua allarga il campo: «Intendiamo coinvolgere nella partita non solo i 14mila dipendenti del comparto, ma l'intera platea del lavoro pubblico in Fvg».

L'agenda è già scritta. Il 2 maggio si riuniscono le assemblee regionali, in mattinata a Pordenone e al pomeriggio a Udine, il 3 maggio tocca a Trieste e Gorizia. Dopo di che, evidenzia Bevilacqua, «sui territori provinciali c'è ampia libertà per organizzare altre assemblee».

La protesta dei 14mila regionali e comunali
Una manifestazione in difesa del comparto unico

I passi successivi saranno il pressing sull'Anci e sui candidati sindaco. «Ci dovranno dire da che parte stanno», dice Ferletti rivolta a uscenti e sfidanti. Sullo sfondo la minaccia di uno sciopero da calare in concomitanza con il voto. Oppure, nel caso in cui fosse la Regione a dimostrarsi assente, si sceglierà un altro momento simbolico, quello in cui il Consiglio discuterà le variazioni di bilancio.

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