Regione, lievita il budget per il bonus antipovertà
TRIESTE. Servono più soldi per il reddito integrato, la misura anti-povertà costruita dalla Regione Fvg. Per evitare il rischio sforamenti, con conseguenze per i bilanci dei Comuni, chiamati a distribuire gli assegni attraverso i servizi sociali, ecco che ai 34,2 milioni già distribuiti, se ne aggiungono altri 14,5, infilati in un emendamento approvato dall’aula.
Di fatto, con 49,7 milioni, si è quintuplicato il finanziamento di partenza, peraltro di valore solo simbolico, 10 milioni di euro. C’è stata una sottavalutazione delle richieste? Maria Sandra Telesca non lancia allarmi, ma ammette che la platea inizialmente stimata tra le 8 e le 10mila persone avrà numeri più alti.
Il quadro della situazione emerge nelle settimane in cui iniziano le erogazioni dei primi contributi bimestrali, quelli in risposta alle oltre 8mila domande pervenute da ottobre a fine dicembre 2015. Come da previsione regolamentare questa prima fase si dovrebbe completare entro fine mese. Ma, sollecitata da un’interrogazione del consigliere M5S Cristian Sergo, l’assessore alla Salute ha dovuto fare chiarezza sui numeri.
E svelare che le risorse iniziali - dopo i 10 milioni della Finanziaria 2015 si è arrivati, con i fondi della manovra 2016, a 31,5 milioni - non risultano sufficienti visto che, all’aggiornamento di metà gennaio degli uffici dell’assessorato, i nuclei familiari in attesa avevano raggiunto quota 9mila. Facile pensare che ora si viaggi attorno alle 10mila unità, il tetto più alto delle simulazioni effettuate prima dell’avvio della misura. Di qui l’urgenza di nuovi fondi, di cui Telesca ha illustrato la portata rispondendo all’interrogazione pentastellata.
Il 1 febbraio le Regione ha provveduto a trasferire agli enti gestori dei servizi sociali una prima tranche, i 10 milioni impegnati nel 2015, e il 17 febbraio ha assunto un ulteriore impegno per 24,2 milioni, un totale di 34,2 milioni che consentono la copertura per un anno delle domande presentate al 31 dicembre dell’anno scorso. Già risultano 3 milioni in più di quanto stanziato complessivamente nelle Finanziarie 2015 e 2016, ma nella somma rientrano ora anche i 14,5 milioni dell’emendamento di due giorni fa.
La provenienza? Telesca informa che le nuove risorse sono state recuperate per una parte (10 milioni) attingendo al Fondo sociale (che vale una settantina di milioni), di cui avrebbero in ogni caso beneficiato gli ambiti territoriali, e per un’altra parte (4,5 milioni) dai residui del fondo solidarietà, che già confluisce nella partita del reddito integrato.
«Questione di cautela e tecnica contabile - spiega l’assessore -. La modifica normativa servirà a dare sicurezza ai Comuni, chiamati a prendersi un impegno per dodici mesi. Abbiamo voluto evitare il rischio che, da qui all’assestamento, si potesse in qualche caso arrivare al limite e, dunque, non si riuscisse a erogare qualche contributo».
Ma potrebbe non essere finita qui. Perché ad aggravare la spesa c’è il fatto che la percentuale più alta dei richiedenti (più di un terzo) è quella di chi ha un Isee compreso tra zero e 1.000, vale a dire la fascia che riceve l’importo mensile più alto: 400 euro che salgono a 500 nel caso di un figlio a carico e a 550 se si hanno due o più figli. Telesca non esclude dunque che ci possa essere necessità di qualche altro milione: «Non resta che verificare quante altre domande arriveranno».
Regione preoccupata? «Rispetto agli utenti tradizionali dei servizi sociali dei Comuni, la richiesta si è dimostrata senz’altro all’insù. In particolare nelle aree urbane, cosa che ha comportato difficoltà nel rispetto dei tempi ottimali. Superati gli intoppi iniziali, le erogazioni diventeranno però più rapide e potranno avvenire all’inizio di ogni bimestre. Nell’attesa che venga in aiuto una analoga misura nazionale».
Sergo, tuttavia, non si convince: «A parte i poco trasparenti spostamenti di fondi da un capitolo all’altro, al momento non ho ricevuto segnalazioni di persone che abbiamo ricevuto i soldi».
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