Regione, in cura per ludopatia 406 giocatori incalliti

Il Fvg è la quarta regione in Italia per percentuale di licenze di videogiochi: 18 ogni 10mila residenti
Un ragazzo davanti a una slot machine
Un ragazzo davanti a una slot machine

TRIESTE. Sono 406 gli utenti con problemi di ludopatia registrati nel 2015 dai servizi sanitari del Fvg: metà di essi è classificata come caso di gioco d'azzardo patologico, la forma più grave di dipendenza da slot machine, videopoker e scommesse.

I dati della direzione Sanità parlano di un fenomeno in aumento in tutta Italia, favorito dal massiccio incremento delle possibilità di giocare (gratta e vinci, lotterie, scommesse sportive, sale slot e bingo, bar, internet e casinò), ma anche dal diffuso senso di precarietà e impoverimento prodotto dalla crisi.

Nel 2014 gli assistiti erano 390: la crescita da un anno all'altro è quasi nulla, ma le persone prese in carico sono d'altronde solo la punta dell'iceberg di una dipendenza che vede il 4% degli italiani avere comportamenti a rischio e che è così ben inserita nelle dinamiche sociali da risultare a lungo invisibile, prima di rivelarsi nella sua drammaticità.

Regione, scatta la battaglia finale contro slot e videpoker
Scatta la battaglia finale in regione contro slot e videpoker

Di certo c'è che il gioco piace agli abitanti del Fvg, quarta regione in Italia per percentuale di esercizi commerciali contenenti slot e videopoker, con 18 licenze ogni 10mila residenti: sono oltre 15mila gli apparecchi autorizzati dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli, con incassi per un miliardo e vincite ridistribuite per 800 milioni.

La ludopatia è un problema soprattutto maschile, se gli uomini sono i quattro quinti degli assistiti dalle Aziende sanitarie del Fvg. Si tratta soprattutto di over 40, ma il 25% si colloca sotto tale soglia, con 35 utenti 20-29enni e addirittura 5 under 19. Sono proprio i più giovani i soggetti al centro delle politiche di prevenzione della Regione e del Tavolo tecnico incaricato di monitorare la questione, elaborare protocolli diagnostico-terapeutici e ideare campagne informative e incontri di sensibilizzazione.

Il tutto è inserito nei piani regionali di presa in carico delle dipendenze, che risultano sempre più interconnesse e che nel caso dell'azzardo si accompagnano spesso ad assunzione di stupefacenti e abuso di alcool. Nelle Aziende sanitarie la ludopatia viene dunque affrontata come le altre forme di dipendenza, con colloqui psicologici e gruppi terapeutici per utenti e familiari, oltre a progetti di prevenzione, contrasto e riduzione del danno, realizzati insieme a Comuni, scuole, associazioni e forze dell'ordine.

Il gioco continua intanto a costituire un importante settore dell'economia legale e un'ottima fonte di introiti per le casse pubbliche, che ne ricavano 90 miliardi all'anno. Fatto che non giova a incentivare il giro di vite su una pratica che, quando raggiunge livelli patologici, induce a comportamenti a rischio per salute, relazioni sociali e condizione economica, oltre a favorire lo sviluppo di attività illegali.

Particolarmente esposti sono persone vulnerabili come giovani, anziani, tossicodipendenti, “nuovi” poveri e soggetti con disagi di natura psicologica o psichiatrica.

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