Regione, importi più corposi per i bonus asili nido

TRIESTE. La “fame” di bonus asili da parte di famiglie con bimbi iscritti ai nidi d’infanzia, è in continuo aumento. E la giunta sceglie di venire incontro alle tante richieste - passate in un anno da 2.913 alle attuali 3.201 -, aumentando i contributi per l’abbattimento delle rette. Sul piatto una posta ritoccata all’insù che vale ora circa 5 milioni di euro.
Lievemente ridotto rispetto allo scorso anno, invece, il budget destinato ad un’altra misura “popolare”: il bonus “tagliabollette”. Le richieste, in questo caso, sono calate, ma la giunta, su proposta di Maria Sandra Telesca, ha approvato per l'ottavo anno consecutivo il beneficio energia elettrica di Carta famiglia per i consumi 2015: si va da un minimo di 120 a un massimo di 500 euro.
La corsa allo sconto pubblico sulle bollette elettriche, una delle misure introdotte dalla giunta Illy, come si diceva, si è via via ridotta. Se il totale dei beneficiari nel quadriennio 2011-14 aveva sempre superato quota 40mila (con il picco di 48.492 nel 2012), nel 2016 si è scesi a 34.007 dopo il calo già manifestato nel 2015 (34.941). Il fenomeno non dipende dalle maglie più strette dell'Isee, ma dal fatto che, dato che sui redditi più elevati (il tetto per poter chiedere il bonus è di 30mila euro) il contributo è ridotto, qualche famiglia ha deciso di non avviare le procedure.
Di qui anche la sforbiciata sullo stanziamento della giunta, un taglio del 5%: si è passati da 7.125.000 euro a disposizione nel 2015 a 6.735.000 per quest'anno. Con queste risorse la giunta ha dunque fissato gli importi spettanti ai richiedenti, fermo restando il limite dei 30mila euro di Isee, in base a consumi e intensità del beneficio.
Gli scaglioni di appartenenza, individuati considerando il totale dei costi sostenuti nel periodo 1 gennaio-31 dicembre 2015, sono 4 (fino a 600 euro, tra 600 e 1.000, tra 1.000 e 1.500 e oltre 1.500), mentre le fasce di intensità (bassa, media, alta) sono tarate su 1, 2 e 3 o più figli.
Tabelle definite, sempre su proposta dell'assessore alle Politiche sociali e Famiglia, anche sul beneficio per la frequenza di nidi d'infanzia e di servizi educativi domiciliari a tempo pieno e parziale, nonché dei centri bambini e genitori e degli spazi di gioco.
L'anno di riferimento è il 2016-17 e gli importi sono in questo caso graduati in relazione alle fasce Isee del nucleo familiare in quattro scaglioni: da 0 al 10mila euro; da 10 a 15mila, da 15 a 20mila, da 20 a 30mila. Pure su questo fronte per determinare il riparto delle risorse si è tenuto conto delle domande ai servizi sociali dei Comuni da parte delle famiglie che, fa sapere Telesca, quest'anno sono sensibilmente cresciute, salendo a quota 3.201 per un fabbisogno di 34.854 mesi di frequenza di servizi educativi.
«Grazie all'aumento del fondo a cui abbiamo provveduto - dichiara l'assessore -, riusciremo non solo a mantenere, ma addirittura anche a incrementare lievemente gli importi per abbattere le rette».
Per le frequenze a tempo pieno crescono così per tutte le fasce Isee gli importi degli abbattimenti sin qui praticati (+12 euro/mese per la fascia 0-10mila; +10 euro per quella 10-15mila; +8 per quella 15-20 mila e +6 per quella 20-30 mila) con le gradualità già adottate per l'anno precedente: rispetto agli importi determinati per la fascia Isee più debole, quelli delle altre fasce sono ridotti rispettivamente del 20%, del 30% e del 50%.
A conti fatti, i nuovi importi mensili per il tempo pieno sono quindi di 192 euro per la fascia Isee da 0 a 10 mila euro, 154 euro per quella da 10mila a 15mila, 134 euro per quella da 15mila a 20mila e 96 euro per quella da 20mila a 30mila. Il beneficio per le frequenze a tempo parziale è stato individuato nel 50% della quota di quelle a tempo pieno.
E dunque gli importi calano a 96, 77, 67 e 48 euro. Infine, è stato stabilito nella misura massima di 35 euro mensili il beneficio spettante ai soli nuclei familiari con Isee non superiore a 10mila euro per frequenze inferiori alle 30 ore al mese, per le quali, peraltro, allo stato attuale non risultano domande presentate.
Tra le altre delibere di giunta spunta l'adesione della Regione, proposta dall'assessore all'Ambiente Sara Vito, alla Carta nazionale dei Contratti Fiume, i cui princìpi sono la corretta gestione delle risorse idriche, nonché la salvaguardia dal rischio idraulico.
Via libera anche alle controdeduzioni alle osservazioni pervenute al progetto di piano stralcio per l'assetto Idrogeologico dei bacini idrografici di rilievo regionale. Annamaria Pecile, infine, direttore di servizio del Cal, è stata nominata commissario straordinario per la provvisoria amministrazione della Provincia di Pordenone fino al 30 settembre 2017.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo