Regione, il Pd si spacca sulla città metropolitana

L’emendamento del senatore Russo attira le critiche anche del capogruppo dem Moretti. Ma Grim: «È un’opportunità»
Una veduta dall’alto di Trieste
Una veduta dall’alto di Trieste

TRIESTE. La spinta del senatore Francesco Russo (Pd) per la Città metropolitana a Trieste fa infuriare un bel pezzo di Consiglio regionale. Il coro è quasi unanime: «Non s’ha da fare». I consiglieri reagiscono in modo trasversale, dal punto di vista politico e dell’appartenenza territoriale. Risulta indigesto il primo voto in Senato sulle modifiche allo statuto regionale: modifiche che, oltre alla cancellazione delle Province, contengono appunto l’emendamento Russo sulla Città metropolitana. La misura dovrebbe andare in porto all’inizio del 2016, dopo altri tre passaggi in aula.

La città metropolitana spacca il fronte dei dem
Silvano Trieste 30/04/2013 Autorita' Portuale

In Regione, l’approvazione definitiva dell’assestamento di bilancio in I commissione ha dato modo all’opposizione di evidenziare la distanza fra centrosinistra regionale e senatore dem. «Perché Russo propone a Roma cose già bocciate dalla sua parte politica e che non rispettano la specialità?», domanda Riccardo Riccardi (Fi). Gli fa eco Alessandro Colautti (Ncd): «È solo una cortesia al sindaco Cosolini».

L’assessore agli Enti locali, Paolo Panontin, ricorda di aver introdotto nella sua riforma «l’istituto della Città metropolitana, bocciato però da un emendamento il 30 gennaio 2014: il Senato non ne tiene conto, ma il Consiglio avrà l’ultima parola. Il testo in discussione, infatti, non impone obblighi. Trieste comunque non mi pare avere dimensioni adatte». Il destino è ulteriormente segnato dal gelo che Debora Serracchiani ha da tempo calato sul nodo.

Roma accelera sulla città metropolitana
Una veduta di Trieste

Il capogruppo Pd, Diego Moretti, ribadisce la scelta: «Non condivido l’iniziativa di Russo. Il Consiglio si era già espresso ed è bene che tutti ne tengano conto». Diversa la posizione dei triestini. Antonella Grim (Pd), segretaria regionale ma anche assessore della giunta Cosolini, apre: «Si tratta di un’opportunità, da inquadrare nel riordino del sistema degli enti locali».

Per Franco Codega, «nel Pd triestino un interesse sul tema c’è, se si eccettuano i dubbi sloveni». È d’altronde anche Giulio Lauri (Sel), contrario nel 2014, a riabilitare l’utilità dell’ente, qualora «si affermassero le spinte neocentraliste che vengono avanti, con l’ipotesi di nuove macroregioni».

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Lasorte Trieste 22/04/13 - Elezioni Regionali, Debora Serracchiani

Russo non demorde. Per lui la Città metropolitana è un tassello della “Trieste del futuro”, dopo la sdemanializzazione del Porto vecchio e il Piano regolatore del Porto nuovo: «Gli altri senatori del Fvg non hanno proposto modifiche e si tratta di una possibilità già prevista un tempo. È una carta in più nel futuro assetto istituzionale regionale.

Dopo i cambiamenti negli spazi portuali, Trieste ha necessità di riorganizzarsi per meglio cooperare con gli scali regionali e Capodistria. L’Uti potrebbe essere un passaggio intermedio per arrivare alla Città metropolitana: la formula esiste in varie parti d’Europa e permette di interloquire direttamente con Bruxelles, accedendo a fondi dedicati. Non è una misura contro le altre province e comunque l’ultima parola spetterà alla Regione».

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