Regione, il calvario del concorsone: sopravvissuti a quota 417
TRIESTE. Se ne sono persi ancora un po’ per strada. La porta è così stretta, del resto, che qualcuno avrà pensato di non provarci nemmeno.
A Udine, alla prima prova scritta del “concorsone” di Palazzo, quello che vale 5 posti, di cui 2 riservati agli interni, si sono presentati ieri mattina in 417, vale a dire 44 in meno del totale degli iscritti.
L’appuntamento era alle 10 nelle aule A e B del polo dei Rizzi in via delle Scienze. La corsa riguardava la categoria D per 3 contratti da “specialista amministrativo economico”. Ai 413 candidati che hanno superato la preselezione del 30 giugno – quando al PalaRubini si erano messe in fila 671 persone rispetto alle 1.717 attese – si sono aggiunti i 48 ammessi direttamente allo scritto.
Sarebbero servite in sostanza 461 sedie, ma ne sono bastate 417, vista la defezione di 44 aspiranti, poco meno di uno su dieci. Come tre settimane fa non sono mancati i problemi logistici. A creare affanni, letteralmente, il gran caldo. Un paio di ore d’attesa hanno fatto il resto.
L’estrazione della busta ha infine messo di fronte i concorrenti al tema dell’atto presupposto e ed endoprocedimentale nell’ambito del procedimento amministrativo (gli altri due argomenti riguardavano i poteri della Corte costituzionale nel rapporto Stato-Regione e i controlli di gestione). Sono seguite tre ore di lavoro, fin quasi alle due del pomeriggio, e ancora tempi lunghi per la consegna degli elaborati.
Il 4 agosto toccherà alla categoria C, quella che vede in corsa per due posti da “assistente amministrativo economico”: 430 candidati, di cui 410 emersi dalla preselezione del 7 luglio e altri 20 già ammessi. La verifica verterà su nozioni di diritto amministrativo, appalti, contratti e acquisizione di servizi e forniture, nonché elementi di normativa comunitaria, nazionale e regionale inerente i fondi comunitari e statali.
E ancora elementi in materia di programmazione, pianificazione, controllo di gestione, ordinamento e organizzazione della Regione. Tra le comunicazioni ai candidati l’amministrazione regionale precisa che non sarà consentita la consultazione di alcun testo. Si raccomanda pertanto di non portare con sé dizionari, libri, codici e altre pubblicazioni, anche in formato elettronico, nonché appunti manoscritti o informatizzati.
Divieti che si aggiungono a quello di introdurre nelle sedi del concorso il telefono cellulare, argomento sollevato in un’interrogazione da Rodolfo Ziberna. Il consigliere forzista, sostenendo che durante la preselezione del 7 luglio di telefoni se ne sarebbe visti eccome, chiede «se effettivamente siano state violate dalla commissione le disposizioni del bando».
Una prima risposta arriva dal direttore generale Roberto Finardi: «Non possiamo certo fare perquisizioni corporali. Se qualcuno ha portato il telefono con sé lo ha fatto a suo rischio e pericolo. L’avesse usato, sarebbe stato cacciato dalla prova, ma non risulta alcuna violazione». Fuori dalla polemica, il segretario regionale della Cisl Funzione pubblica Massimo Bevilacqua si preoccupa dei posti di lavoro: «Da qui al 2018 se ne andranno dalla Regione 400 dipendenti e nel prossimo decennio in 1.200. Non resta che auspicare il maggior numero di inserimenti attraverso la graduatoria del concorso».
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