Regione Fvg, stop ai circhi che maltrattano gli animali

Approvata in aula una legge che assegna ai sindaci il potere di negare l’autorizzazione in caso di condizioni non adeguate

TRIESTE. Da oggi i sindaci del Friuli Venezia Giulia potranno vietare nel proprio territorio l'attività dei circhi che non rispettino a pieno gli standard internazionali di tutela degli animali che vi si esibiscono. Lo stabilisce la legge presentata da Forza Italia e approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, che offrirà ai Comuni la possibilità di proibire l'attendamento delle carovane che non garantiscano condizioni di minima dignità ai propri animali.

La questione solleva continue polemiche da parte delle associazioni ambientaliste, che parlano di sfruttamento e denunciano il trattamento degli animali nei tendoni. Secondo gli attivisti, essi trascorrono gran parte del tempo al freddo, sempre in gabbia e spesso in catene, in condizioni igieniche precarie e venendo sottoposti a continui stress psicofisici, a cominciare da addestramenti condotti a suon di scariche elettriche.

La legge italiana non prevede tuttavia la possibilità per i sindaci di impedire a priori l'attendamento di un circo con animali. Gli enti locali sono anzi obbligati a concedere aree adeguate per ospitare lo spettacolo. Come spiega il primo firmatario della legge regionale, Roberto Novelli (Fi), «ciò avviene anche di fronte a evidenti mancanze circa i requisiti minimi di decenza nel tenere gli animali».

Finora tutti i tentativi di vietare questo tipo di attendamenti da parte dei sindaci sono stati impugnati davanti al Tar e hanno visto i Comuni soccombere. Qualcosa si è mosso nel 2014 in Emilia Romagna, quando l'assemblea legislativa ha varato una risoluzione per tutelare il diritto dei Comuni a vietare l'attendamento di circhi con al seguito alcune specie di animali selvatici, considerati non compatibili con la vita circense.

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Mozioni simili sono state approvate anche in Abruzzo e Toscana, mentre nel 2015 il Comune di Milano guidato dalla giunta di centrosinistra di Giuliano Pisapia ha dichiarato non graditi i circhi con animali, approvando una mozione del Movimento 5 Stelle, a riprova che il punto sia sentito in modo trasversale. Anche in questo caso, però, davanti all'impossibilità di introdurre un divieto esplicito, il municipio non ha potuto fare altro che complicare le condizioni cui un circo debba conformarsi per essere autorizzato a praticare in città.

Il testo approvato ieri in Fvg aggira a sua volta l'ostacolo, offrendo ai sindaci uno strumento alternativo per verificare le condizioni di detenzione degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti. La legge si collega infatti alla normativa internazionale e in particolare ai dettati della commissione scientifica Cites, istituita presso il ministero dell'Ambiente, che nel 2006 ha fornito direttive in merito a misure minime e caratteristiche delle gabbie sulla base della specie, assistenza veterinaria, scarico delle deiezioni, distanza minima fra specie incompatibili, documenti di accompagnamento degli animali, divieto di utilizzo del fuoco negli spettacoli e di impiego di esemplari catturati allo stato selvatico.

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Il varo di regolamenti Cites è già stato adottato in Emilia Romagna e da molti Comuni, da Vercelli a Cagliari, da Torino a Genova, da Roma ad Arezzo, da Padova a Viterbo, per citarne solo alcuni. «In base a queste fonti normative - conclude Novelli - un'amministrazione può eventualmente eccepire ai circhi il mancato rispetto di queste indicazioni e vietarne l'attendamento nel comune di competenza». Ancora nessun divieto ai circhi con animali, dunque, ma la richiesta di un minimo di decenza nel loro trattamento anche in Fvg.

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