Regione Fvg, spunta un tesoro da 203 milioni: scontro sui meriti del via libera
TRIESTE La bomba arriva al secondo giorno di discussione sull’assestamento di bilancio, quando la giunta spariglia le carte di una manovra estiva di scarsa entità, finora vivacizzata soltanto dal ritiro delle poste puntuali imposto ai consiglieri. È da poco passato mezzogiorno, quando l’assessore al Bilancio Barbara Zilli annuncia lo sblocco di una disponibilità finanziaria di 203 milioni, grazie a un emendamento che consentirà alla Regione di dare fondo all’avanzo di amministrazione vincolato. Si tratta di risorse già stanziate, che l’ente non ha potuto spendere perché congelate dalle regole del pareggio di bilancio.
Lo svincolo arriva dopo due recenti sentenze della Corte costituzionale, che hanno dato ragione a Friuli Venezia Giulia, Veneto e Province di Trento e Bolzano nel loro ricorso contro lo Stato, che non potrà più impedire alle Regioni di spendere i propri avanzi di bilancio, per rientrare nella regola (pensata per gli enti caratterizzati da forti deficit) che impedisce di spendere nell’anno più delle proprie entrate, anche se il surplus deriva appunto da avanzi, che restano dunque in stand by impedendo di dare il via a investimenti e opere pubbliche già cantierabili.
La decisione è di quelle pesanti, perché consentirà alla Regione di destinare 65 milioni alle infrastrutture, 49 al Fondo sociale europeo, 21 all’ambiente, 19 a sanità e welfare, 13 alle politiche del lavoro e 10 alle attività produttive, più altre poste minori. A questi andranno ad aggiungersi poco meno di 200 milioni che la giunta stima verranno a liberarsi, per via del medesimo meccanismo, a vantaggio delle amministrazioni comunali del Fvg. Risorse già stanziate ma chiuse nel cassetto, a causa del pareggio di bilancio inserito nella Costituzione dal governo Monti. Questi soldi potranno essere finalmente spesi: ottima notizia, che si accompagna al tiro alla fune della politica, con centrosinistra e centrodestra che litigano sulla primogenitura dell’iniziativa.
Per Massimiliano Fedriga, «questa disponibilità di 203 milioni fortifica l’autonomia e dà la possibilità di realizzare opere e rafforzare i servizi ai cittadini. Un’azione che consente al Fvg di disporre di risorse già iscritte a bilancio, ingiustamente bloccate». Il tutto in nome di due sentenze che hanno vietato allo Stato di utilizzare l’avanzo degli enti territoriali per salvare i conti pubblici e allo stesso tempo hanno impedito di congelare i fondi vincolati impegnati ma non pagati nel corso dell’esercizio. In questo contesto, la Provincia di Bolzano ha proceduto a sbloccare il suo avanzo, senza incorrere in impugnazioni da parte dello Stato. Così fa ora la giunta Fedriga, dopo aver ricevuto rassicurazioni dal governo amico che lo stesso trattamento riceverà anche il Fvg.
L’assessore Zilli, rimarca «la novità dirompente che ci permette di guardare al futuro con maggiore fiducia, grazie allo sblocco di opere che forniranno nuovo ossigeno all’economia della regione». Il responsabile delle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, evidenzia da una parte «la vittoria schiacciante, preparata dagli uffici della Regione nel precedente mandato» e dall’altra «la forza di un’amministrazione che fa valere le sentenze della Corte, dando possibilità ai Comuni di investire i soldi fermi nel cassetto».
Il parere della Consulta è arrivato dopo un ricorso avviato dalla Regione ai tempi della giunta Serracchiani e ciò spinge il centrosinistra a rivendicare i meriti di quanto accaduto. Per l’ex presidente, «Fedriga ha scoperto che gli abbiamo lasciato un’eredità di 200 milioni: speriamo la usi bene. Contrariamente a ciò che si sente ripetere dalla nuova giunta, siamo andati dal nostro cosiddetto governo amico a testa alta, pronti a difendere la nostra autonomia, fino al ricorso alla Corte costituzionale». Il capogruppo dem, Sergio Bolzonello, invita «la maggioranza a non intestarsi cose che non le appartengono: i 203 milioni derivano da un’azione della nostra giunta. A quanto pare le macerie non ci sono e anzi abbiamo lasciato a Fedriga un tesoretto che speriamo sappia utilizzare».
La risposta del governatore arriva a stretto giro: «Ridicolo che il Pd voglia prendersi i meriti di questa giunta. Se fosse vero ciò che affermano, le risorse avrebbero potuto essere sbloccate già nel 2017, al primo pronunciamento della Corte. Evidentemente l’ex presidente non ha avuto la forza o la volontà di intervenire, lasciando a noi un compito di cui ci siamo prontamente fatti carico. Mentre la sinistra parla, noi lavoriamo». —
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