Regione Fvg, pubblico impiego: sciopero il 25 maggio

I sindacati compatti dopo il fallimento dell’incontro in Prefettura sul Comparto unico: in 50mila pronti a fermarsi
Di Diego D’amelio
Lasorte Trieste 15/12/15 - Piazza Oberdan, Regione, Manifestazione Sindacati Pubblico Impiego
Lasorte Trieste 15/12/15 - Piazza Oberdan, Regione, Manifestazione Sindacati Pubblico Impiego

TRIESTE. I sindacati del Comparto unico sciolgono la riserva. La mobilitazione generale del pubblico impiego in Fvg si terrà mercoledì 25 maggio: non si tratta ancora della proclamazione ufficiale, ma è questa l'indicazione emersa dalle assemblee tenutesi ieri a Udine e Pordenone, dopo il fallimento della conciliazione tentata in Prefettura a Trieste venerdì scorso. «Sciopererà tutto il pubblico impiego - precisa Mafalda Ferletti (Cgil) - e non solo il Comparto degli enti locali, perché i contratti dei dipendenti pubblici sono tutti fermi al 2009 e, nel caso dei lavoratori della sanità privata, addirittura al 2006. Le assemblee sono state molto partecipate e domani (oggi, ndr) si terranno anche a Trieste e Gorizia. La mobilitazione riguarderà tutti i sindacati, senza eccezioni: i lavoratori si fermeranno per l'intera giornata, un mercoledì, per togliere alibi a chi ci accusa di indire le manifestazioni di venerdì per creare un ponte festivo».

L'incontro in Prefettura ha confermato la distanza fra le parti. Si è trattato di un atto dovuto, dopo la proclamazione dello stato d'agitazione: un passaggio liturgico, visto che nessuno credeva potesse davvero rimettere in moto la macchina. Le posizioni sul contratto dei 14mila dipendenti del Comparto unico degli enti locali regionali sono insomma rimaste bloccate, con l'assessore regionale alle Autonomie locali, Paolo Panontin, a difendere la scelta di attendere che il governo indichi la via, mentre i sindacati ritengono ormai non più procrastinabile l'apertura del tavolo di trattativa.

La questione travalica peraltro il Comparto, riguardando anche gli altri dipendenti pubblici: una platea che in Fvg pesa complessivamente per 50mila unità. E dunque il 25 sarà sciopero, come deciso da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal, che in Prefettura hanno rifiutato di cessare lo stato d'agitazione in cambio di una convocazione anticipata del tavolo rispetto all'11 maggio, data scelta dalla Regione come primo momento di incontro fra le parti, ma destinata per i sindacati a non entrare nel dettaglio delle proposte e delle controproposte. Un modo di prendere tempo, secondo Ferletti: «La contrattazione bloccata - spiega - ha generato risparmi per 75 milioni all'anno e intanto gli organici si sono ridotti e i contratti non sono stati adeguati: le risorse ci sono, manca la volontà».

La data, pericolosamente vicina alle elezioni amministrative del 5 giugno, crea più di un grattacapo alla giunta. Panontin considera la decisione «una forzatura perché la Regione è sempre stata attenta alla questione. Un po’ di ritardo si è accumulato solo per la necessità di sostituire il presidente dimissionario della Delegazione trattante. Il Fvg si sta comportando come le altre Regioni italiane, dove si aspetta affinché la trattativa proceda in collegamento con le decisioni del governo: non mi risulta che altrove ci siano scioperi in vista». Panontin ritiene che «di contratto si parlerà già dall'11 maggio», ma ammette che per un rinnovo triennale di tutto il Comparto mancano risorse: «Ne abbiamo per coprire, e solo parzialmente, il rinnovo dei dipendenti regionali fino al 2017. Ma poi ci sono i Comuni e le Province, da cui dipendono la maggioranza dei lavoratori interessati: circa 10mila persone. Anche il resto delle autonomie locali deve prendere una posizione, perché la Regione si fa rappresentante di tutto il sistema, ma esso è composto da più livelli. Si tratta di un processo non semplice, ma è ovvio che il contratto vada rinnovato, tanto più dopo la sentenza della Consulta che nel 2015 ha riconosciuto l'illegittimità del blocco della contrattazione collettiva».

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