Regione Fvg, l’opposizione attacca sul nono assessore

Oggi la presidente Debora Serracchiani spiegherà i motivi del rimpasto. Ma Forza Italia, Ncd e M5S giocano d’anticipo: «Scelta contradditoria»
Il capogruppo di Forza Italia Riccardo Riccardi con il nuovo assessore del Pd Cristiano Shaurli
Il capogruppo di Forza Italia Riccardo Riccardi con il nuovo assessore del Pd Cristiano Shaurli

TRIESTE. Presidente, sa che il centrodestra ironizza sul nono assessore? Debora Serracchiani ascolta, alza le spalle e non commenta. Parlerà oggi in Consiglio, la presidente della Regione, e spiegherà i motivi che l’hanno spinta a cambiare l’assetto della giunta, a indicare Cristiano Shaurli, a spacchettare il superassessorato di Sergio Bolzonello. Ma nell’opposizione, soprattutto sul fronte degli ex pidiellini, c’è alla vigilia l’atteggiamento del cinese che ha aspettato il cadavere sulla riva del fiume: «L’avevamo detto».

Sono passate due settimane da quello che in gergo si chiama rimpasto e che Serracchiani e il suo vice hanno invece preferito definire «rivisitazione delle deleghe». Shaurli si è già seduto in giunta, il Pd ha provveduto ieri a individuare il suo sostituito e oggi la presidente chiuderà il cerchio motivando l’accelerazione di un passaggio comunque in agenda sin da inizio legislatura. Inutile insistere. Serracchiani non anticipa alcunché. La minoranza, al contrario, pur senza esagerare i toni, fa sapere quello pensa, e che dirà, davanti all’aggravio di costi, seppur minimo visto che Shaurli è un consigliere eletto (e quindi già pagato dall’amministrazione).

«Io sono laico, aspetto che Serracchiani spieghi», dice Riccardo Riccardi assicurando di non avere pregiudizi. Ma il capogruppo di Forza Italia non fatica a ricordare il pregresso. A partire da quanto era accaduto in campagna elettorale: «L’aspirante presidente non solo pretese l’obbligo di dimissioni da parte di chi fosse stato raggiunto da avviso di garanzia, ma anche preparò un’agenda al risparmio perfino dove non aveva senso comprimere la spesa». Perché, insiste Riccardi, «in tutte le cose c’è il costo, ma anche il beneficio: va trovato l’equilibrio, non si può sempre spaccare le cose in due come si fa con l’Italicum». Fu quello l’avvio «di un’operazione demagogica senza precedenti». Il capogruppo azzurro mette in fila anche altre dichiarazioni della governatrice, «dall’esultanza per qualche migliaio di euro rientrati dalla vendita delle Panda al “grasso che cola” su cui ancora poter intervenire». E ripete: «Il dramma in questo paese è che la demagogia paga».

Debora vara il "minirimpasto", Shaurli entra in giunta
Cristiano Shaurli con Debora Serracchiani, Sergio Bolzonello e i capigruppo di Sel e Cittadini, Giulio Lauri e Piero Paviotti

Sulla stessa linea anche Alessandro Colautti. «Rispetto a vicende interne al Pd non possiamo dire granché – osserva il capogruppo del Nuovo centrodestra –, ma non possiamo non vedere la contraddittorietà dei fatti rispetto ai proclami di inizio mandato». Il tema è quello della spending review: «Abbiamo sempre contestato che si potesse andare al risparmio nella gestione di una realtà complessa com’è quella della giunta. Evidentemente anche Serracchiani, di fronte alla fatica quotidiana, si è resa conto che avevamo ragione dato che è impossibile fare tutto con poche persone. Tanto più caricando insensatamente l’assessore Bolzonello di competenze delicatissime in tempi di crisi». Il guaio, rincara la dose Colautti, «è che, per inseguire la moda della demagogia, si sono persi due anni su settori fondamentali, e non certo per colpa di Bolzonello».

Dopo di che non mancano alcune perplessità anche sulla scelta di Shaurli a capo dell’Agricoltura: «Da capogruppo, pur neofita, ha gestito al meglio partite complicate. Credo che quel ruolo fosse molto più pregnante di un assessorato settoriale in una materia di cui non pare al momento avere competenza». Nell’attesa del discorso odierno di Serracchiani anche il Movimento 5 Stelle mostra perplessità: «A leggere il curriculum – dice Andrea Ussai (manca solo l’ufficialità ma è lui il nuovo capogruppo grillino nel rispetto della rotazione annuale – non pare che Shaurli, capogruppo sempre corretto, abbia granché esperienza agricola. Non resta che fargli i migliori auguri di buon lavoro». In ogni caso, prosegue Ussai, «visto che la presidente lavora part-time in regione, credo ci possa stare lo sgravio di cariche di Bolzonello».

Interviene anche Roberto Dipiazza (Autonomia responsabile): «L’agricoltura è un settore di alto valore aggiunto per il turismo e lo sviluppo del paese. È stato sbagliato, in precedenza, andare il risparmio».

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