Regione Fvg, il comparto unico incassa 65 euro in più
TRIESTE. Hanno firmato la preintesa a novembre, ma poi hanno dovuto attendere. Prima perché la delegazione trattante era andata in pensione. Poi perché sono cambiati i parametri di riferimento a livello nazionale e dunque andavano rifatti i conti. Sette mesi dopo, però, i sindacati strappano alla Regione un aumento di stipendio per i 14mila dipendenti del comparto unico che vale 65 euro medi lordi al mese.
Soldi che arriveranno entro fine estate. L’incontro di ieri con la rinnovata delegazione trattante presieduta dall’avvocato Adriana Battistutta è servito a ufficializzare i passi della giunta regionale. La prossima settimana l’assessore alle Autonomie Paolo Panontin chiederà l’approvazione di una delibera per l’erogazione dei 15 milioni di euro già stanziati per un rinnovo (2016-18) che i dipendenti di Regione ed enti locali attendono dal 2009. Concretamente, il 90% di quel tesoretto servirà per l’incremento tabellare, mentre il restante 10% verrà riservato al salario accessorio. A partire da luglio, o più probabilmente da settembre visti i tempi lunghi della burocrazia, i 14mila del comparto si vedranno recapitare in busta paga gli aumenti fissati già a novembre, una media di 65 euro lordi mensili calcolata sulla base della distribuzione di 58 euro lordi per i lavoratori della categoria A, 60 euro per i B, 64 per i C e 75 per i D. Non sarà tuttavia l’unico “scatto”.
Mancano infatti gli arretrati dal primo gennaio 2016 a fine giugno 2017 e va ancora chiusa la partita conseguente alle novità arrivate da Roma a inizio anno. Per i rinnovi contrattuali non si utilizzerà infatti più l'Ipca, l'indice dei prezzi al consumo armonizzato (su quella base sono stati calcolati i 65 euro, il 2,7% in più di aumento medio). Il nuovo punto di riferimento si aggira attorno al 4% e dunque le due parti dovranno ridefinire l’intesa, con sullo sfondo il totem nazionale degli 85 euro di aumento. Sul tavolo, inoltre, c’è ancora la parte giuridica del contratto.
«Sarà il nodo da sciogliere nei prossimi incontri – fa sapere Mafalda Ferletti della Cgil Fp –. Si tratta infatti di ragionare sulle indennità di turno, di rischio e di disagio, ma anche sulla fruizione dei congedi parentali a ore, sui permessi e sulle ferie solidali, vale a dire quelle giornate che i lavoratori possono decidere di donare ai colleghi in caso di determinate necessità. L’obiettivo è di rendere queste misure omogenee tra regionali e dipendenti degli enti locali, tanto più necessario dopo che gli addetti delle Province sono stati trasferiti in Regione».
Un “pacchetto” che andrà compensato con il 10% accantonato per il salario accessorio (1,5 milioni) e con qualche altro fondo che il sindacato spera di poter ottenere dalla giunta Serracchiani. Lo stallo è stato sbloccato alcune settimane fa dopo che la Regione era stata costretta allo stop a seguito dell’avvertimento statale di una sicura impugnativa davanti alla Corte costituzionale. Il governo riteneva necessario un preventivo esame della questione in seno al decreto legislativo di modifica del Testo unico del pubblico impiego che consentisse di affrontare il tema nel quadro della riforma nazionale. Il via libera al Fvg è arrivato in nome della specialità.
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