Regione, fondi alle scuole private tagliati del 20%
TRIESTE. Coperta sempre più corta per le scuole paritarie. La giunta Serracchiani ha portato a 400 mila il contributo annuo per un settore che, fino al 2012, poteva contare su un finanziamento di 1 milione e 400 mila. Un’operazione che quest’anno, in mancanza di garanzie su un’eventuale integrazione in fase di assestamento di bilancio, manda su tutte le furie non solo un partito come Forza Italia, con Bruno Marini in prima fila, che da tempo chiede più attenzione agli istituti, ma anche l’Agesc, l’Associazione genitori scuole cattoliche.
I fondi regionali sono destinati alle famiglie per l’abbattimento delle rette: una voce azzerata nella Finanziaria votata nel dicembre 2014, ma poi recuperata la scorsa estate con un’assegnazione di 500mila euro. Quest’anno si prospetta una dinamica opposta: la Regione ha inserito una quota direttamente nel bilancio, all’esame del Consiglio in queste settimane. Quota che, però, è stata tagliata del 20% e ridotta a 400mila euro. E possibili ritocchi all’insù in fase di assestamente sono tutt’altro che scontati. L’assessore competente, Loredana Panariti, non dà rassicurazioni a proposito: «Valuteremo», si limita a dire.
«Ci sono sensibilità diverse che hanno portato Consiglio e giunta a questa scelta - prosege l’esponente della giunta -. In ogni caso ricordo che siamo l’unica regione in Italia che è in grado di anticipare fondi statali per il finanziamento alle paritarie, sono più di 8 milioni di euro. Inoltre stanziamenti si trovano anche in progetti speciali, nel friulano e in altri interventi ancora. Non mi fermerei quindi solo alle rette».
Parole che non soddisfano l’associazione. “È una cifra del tutto insufficiente - accusa Marcello Vantaggiato, presidente dell’Agesc -. Così si impedisce alle famiglie di esercitare la libertà di scelta nell’educazione dei figli».
In Friuli Venezia Giulia, dall’infanzia alle superiori, sono 17.321 gli alunni che frequentano le paritarie. Nel giro di un paio d’anni gli istituti hanno perso un totale di 30 sezioni, per complessivi 584 iscritti. E fino al 2013, per fare un esempio, una famiglia con quattro persone con reddito di 40 mila euro annui, riusciva ad abbattere la retta del 60 per cento, mentre ora non si supera il 20.
«Le paritarie sono viste come scuole dei ricchi - insiste il presidente dell’associazione - ma non è un club per pochi. Vorremmo che fossero alla portata di tutti e che i genitori, come previsto dalla Costituzione, potessero esercitare un diritto fondamentale. Noi siamo contro una scuola a pensiero unico e vorremmo che tutti gli istituti fossero a portata, anche perché svolgiamo un servizio pubblico. Togliendo i finanziamenti, vanno a chiudere soprattutto le scuole a indirizzo cattolico».
Le assicurazioni del Triveneto si stanno ora organizzando assieme alle diocesi per fare sentire la propria voce nelle sedi istituzionali. Nel frattempo Bruno Marini parte alla carica. «Continua imperterrita la politica tutta ideologica della sinistra contro le scuole paritarie. Se si pensa che dal 1,4 milioni di euro messo a disposizione nel 2012 per sostenere le rette delle famiglie, siamo passati ai 400.000 previsti dalla finanziaria 2016 - osserva il forzista - siamo davanti a un taglio di oltre il 70% dei contributi. Ciò comporta l’erogazione di poco più di un’elemosina a quei coraggiosi genitori che ancora si ostinano a scegliere, per i loro figli, l’educazione che ritengono più opportuna. Per esempio, oggi mandare un figlio alle elementari statali costa ad una famiglia solo il pasto: diciamo circa 100 euro al mese. Tutto il resto del costo è sopportato dallo Stato. Per mandare un bimbo a una scuola elementare paritaria, invece, una famiglia non spende meno di 300 euro al mese con nessun onere a carico dello Stato. Fino al 2012 la differenza era le due rette era in parte coperta dal contributo della Regione. Oggi - chiosa Marini - le famiglie meno abbienti si troveranno, di fatto, impedite a esercitare un loro fondamentale diritto».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo