Regione, concorsone bis per chi parla lo sloveno
TRIESTE. Forza Italia va all’attacco dei nuovi bandi regionali, in scadenza il 16 febbraio, per l’assunzione a tempo determinato di due dipendenti di categoria C e tre di categoria D, emessi a poca distanza dal “concorsone”, che ha inserito nei ranghi della Regione cinque lavoratori col medesimo inquadramento di assistente e specialista amministrativo economico, dopo una selezione su 3.884 candidati, che ha dato vita a graduatorie rispettivamente da 90 e 50 idonei.
La nuova procedura fa ora discutere per una tripla novità rispetto alla precedente: non prevede esami scritti (la preselezione scatta solo oltre cento domande) e richiede la conoscenza dello sloveno, nonché una comprovata esperienza professionale nella gestione di progetti finanziati dall’Ue con fondi Fesr. Competenze non esplicitate per il “concorsone”.
Rodolfo Ziberna critica «la scelta di non servirsi delle graduatorie appena stilate e di richiedere competenze ulteriori marginali». Se marginale non può essere considerata la conoscenza della lingua minoritaria per un concorso che affiderà incarichi nella gestione del programma Interreg italo-sloveno, resta da spiegare la necessità di nuovi bandi, posto che i precedenti già prevedevano la conoscenza delle normative sui fondi comunitari.
Perplessità sorgono poi per altre ragioni. Da una parte, i bandi del “concorsone” sono rimasti aperti per un mese, mentre i termini del nuovo “concorsino” hanno scadenza a venti giorni. Dall’altra, c’è la considerazione che, con i suoi cinque posti previsti, il “concorsone” ha realizzato un’assunzione ogni 800 richieste, cifre che giungono a una ogni 1.300, calcolando che due dei cinque sono in realtà scatti di carriera di personale interno: il “concorsino” prevede a sua volta cinque assunzioni, ma le probabilità di successo saranno molto più alte, dal momento che la necessaria conoscenza dello sloveno ridurrà di molto i contendenti.
Ziberna attacca: «Perché si rischia di non sottoporre i candidati a una prova scritta e, se la conoscenza dell’inglese e dello sloveno fosse stata davvero essenziale, non sarebbe stato più agevole prevederla già nei bandi precedenti? Chiedere inoltre esperienza nella gestione di programmi finanziati con il Fesr non considera che i vincitori dello scorso anno stanno lavorando anche presso il Servizio fondi comunitari, esercitando quindi competenze simili».
Il consigliere ricorda inoltre che «il Consiglio di Stato ha stabilito che una graduatoria ancora valida preclude nuove forme di reclutamento, qualora un’amministrazione decida di coprire posti disponibili: ciò serve a ridurre i costi non necessari di una nuova selezione». La stoccata finale è durissima: «La giunta non ritiene – interroga Ziberna – che prevedere tra i requisiti la conoscenza della lingua slovena e parimenti una esperienza professionale di 24 mesi nell’ambito di programmi Fesr, possa rappresentare una selezione con caratteristiche “sartoriali”, ovvero corrispondenti a persone già individuate, giustificata dal fatto che le graduatorie da poco adottate non corrispondono a pari competenze? Fosse così, sarebbe un illecito e quindi un danno erariale».
Sul tema delle graduatorie interviene anche il collega di partito Bruno Marini, che si concentra sui costi: «Quanto ha speso la Regione per bandire due grandi concorsi che hanno dato vita all’assunzione di tre lavoratori soltanto, attraverso una lunga selezione? Il direttore generale Roberto Finardi ha assicurato che le graduatorie potranno essere utilizzate in futuro: spero avvenga quanto prima per creare posti di lavoro in un così grave momento di crisi».
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