Regione: aperture festive, sfuma l’intesa bipartisan

Le distanze sull’entrata in vigore della legge per il commercio fanno saltare il tavolo. Il centrodestra: «Norma timida»
Un negozio d’abbigliamento aperto alla domenica
Un negozio d’abbigliamento aperto alla domenica

TRIESTE. Salta la quadra sulle chiusure domenicali. Il tavolo di lavoro che il presidente della II commissione Alessio Gratton aveva indetto per trovare un accordo in vista dell'approdo in aula della nuova legge sul commercio, ha chiuso la sua riunione di ieri con un nulla di fatto.

Troppo distanti le posizioni dei gruppi consiliari che hanno partecipato alla trattativa, volta alla costruzione di un emendamento bipartisan che inserisse un numero di domeniche di chiusura aggiuntivo rispetto alle nove festività già presenti nel testo di legge.

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Bumbaca Gorizia 05.12.2013 Apertura Tiare - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Pomo della discordia, stavolta, non è stato tanto il «quanto» delle chiusure, ma l'entrata in vigore della legge: la data prevista del 1 ottobre, infatti, è giudicata troppo tarda da Fratelli d'Italia e dalla Lega nord, mentre la maggioranza la reputa opportuna. La differenza di visioni rende pressoché certa l'irraggiungibilità di un accordo anche sul resto dell'emendamento.

«L'obiettivo del tavolo era arrivare a un accordo sulle chiusure domenicali aggiuntive - spiega Gratton al termine della riunione - e nell'incontro precedente non si era fatta menzione di problemi derivanti dall'entrata in vigore». La data di ottobre è stata scelta dalla maggioranza nell'eventualità, prosegue, che il legislatore nazionale produca nel frattempo un testo sullo stesso argomento: «Ma anche per venire incontro agli enti locali - aggiunge -, che se dovessero trovarsi un monte chiusure fra capo e collo da un giorno all'altro potrebbero avere non pochi problemi a gestire assieme agli operatori del settore».

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Folla alle casse di un supermercato

A questo punto è probabile che ognuno vada per la sua strada: «Noi come maggioranza faremo la nostra proposta per una decina di chiusure domenicali aggiuntive e immagino che gli altri faranno le loro - commenta il capogruppo -. Spiace perché c'era la possibilità di accordarsi, mentre all'ultimo è spuntata questa differenza sull'entrata in vigore».

Diametralmente opposto, però, è il parere dei gruppi di opposizione. Afferma Barbara Zilli della Lega nord: «Per raggiungere un accordo avremmo dovuto concordare un percorso. Invece hanno deciso di varare un provvedimento timido». Secondo Zilli «un'entrata in vigore così tarda è stata scelta per una sorta di attendismo, per vedere cosa succede a Roma e nel frattempo non infastidire la grande distribuzione».

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Il centro commerciale di Villesse

Stando così le cose, aggiunge, «a noi non interessa diventare strumenti di forze politiche che ancora una volta si dimostrano serve degli interessi dei grandi distributori: il testo così com'è è troppo cauto perché impone poche chiusure e perché rimanda all'infinito l'operatività della norma. In sostanza è un'operazione pubblicitaria».

Per l'esponente del Carroccio «se la maggioranza avesse voluto fare sul serio avrebbe potuto far propria la nostra storica proposta per 29 chiusure e renderla operativa quanto prima. Invece hanno preferito il gioco di prestigio. A questo punto tanto valeva che la vicesegretaria del Pd, che è pure la presidente regionale, facesse sentire la sua voce in senato per far sbloccare i disegni di legge che dal 2014 giacciono in commissione».

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Immagine simbolo di acquisti nei negozi

Un «no» arriva anche da Luca Ciriani di Fratelli d'Italia: «Se si fa una legge del genere bisogna andare fino in fondo, fare un provvedimento spot non serve a nulla. Mi pare che la maggioranza stessa abbia pareri divergenti al suo interno e che quindi non sia in grado di fare una proposta concreta. Noi a questo punto faremo la nostra». Anche su questo fronte pare tramontare l'ipotesi di un emendamento comune: «Non ci mettiamo certo a votare leggi pubblicitarie che chissà quando entreranno in vigore - spiega Ciriani -, se vogliono davvero fare qualcosa di unitario devono essere disposti a concedere molto di più».

La proposta delle chiusure domenicali è da lungo tempo oggetto di contesa fra Stato e Regioni. Dopo che il decreto Salva Italia del governo Monti ha liberalizzato quest'aspetto, non sono mancate controversie fra Roma e gli enti locali. Il disegno della giunta Fvg è stato disegnato, spiegava il vicepresidente regionale Sergio Bolzonello, sapendo che con tutta probabilità andrà incontro all'impugnazione da parte del governo.

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