Regione, 700mila euro per il friulano a scuola
di Gianpaolo Sarti
TRIESTE
Nella manovra “francescana” del centrosinistra, che quest’anno può contare solo su 70 milioni di euro (nel 2012 erano 240), in mezzo ai fondi urgenti destinati al lavoro e al welfare spunta il maxi finanziamento per il friulano. Sono 700 mila euro in tutto, indirizzati all’insegnamento della lingua nelle scuole materne ed elementari di Udine, Pordenone e Gorizia, territorio per legge dello Stato sottoposto a tutela della minoranza. Una voce di bilancio che ieri, nella prima giornata di seduta dedicata all’assestamento, non è passata inosservata al M5S che sollecita la maggioranza a destinare buona parte della cifra al sostegno dei ragazzi disabili. La somma va a copertura della legge 29 del 2007, approvata con molte polemiche in era Illy, che prevede 30 ore di attività didattica da inserire nell’orario scolastico di tutti quegli istituti che ne fanno richiesta. Non sono pochi: i dati in mano all’assessore Gianni Torrenti dicono che su 56 mila bambini aventi diritto in quell’area del Fvg, il 70% della famiglie ha optato per questa scelta. La norma servirà a stipendiare 1.045 insegnanti specializzati pronti a fare il loro ingresso in classe. Altri 200 sono in attesa dell’abilitazione.
Ma i grillini insorgono. Eleonora Frattolin, Elena Bianchi, Ilaria Dal Zovo, Cristian Sergo e Andrea Ussai hanno presentato un emendamento per domandare lo spostamento di 500mila euro per le azioni di sostegno ai disabili nelle scuole dell'infanzia, dell'obbligo e negli istituti superiori. «Non siamo contrari a priori all’insegnamento del friulano nelle scuole, ma nutriamo forti perplessità circa il suo inserimento tra le materie curriculari, quelle cioè ritenute formative e inserite nel normale orario - spiega Frattolin -. Allo stesso tempo, pur riconoscendo la forte adesione, che tocca il 70% degli alunni dei Comuni friulanofoni, siamo convinti che questo non sia un buon metro di giudizio dell’offerta formativa. Se si proponesse un rafforzamento della lingua inglese, con docenti che abbiano le stesse competenze richieste per gli insegnanti di friulano - prosegue - siamo convinti che l’adesione delle famiglie e quindi delle scuole sarebbe probabilmente vicina al 100%. Si parla tanto di Euroregione, ma finché i nostri figli avranno investimenti maggiori e insegnanti più qualificati per il friulano piuttosto che per l’inglese, andremo poco lontano». Pronta la replica dell’assessore Torrenti, convinto che «lo studio del friulano è uno strumento che consente il riconoscimento di un’identità e che dà dignità alla trasmissione della lingua e della cultura tra generazioni».
Le polemiche però non finiscono qui, perché con una norma puntuale, dunque non riferita a “macro-aree” di intervento come invece promesso finora dalla maggioranza e dalla stessa presidente Serracchiani per bloccare il sistema di finanziamenti “clientelari”, il Pd ha assegnato un contributo di 51 mila euro allo Sportello linguistico dell’Arlef (Agenzia regional pe lenghe furlane). Immediato il chiarimento del capogruppo dei democratici Cristiano Shaurli: «Non è una norma puntuale, ma sono soldi già stanziati per l’agenzia. Serviva però l’emendamento per assegnarli allo sportello». Ma il triestino Bruno Marini, del Pdl, la vede diversamente. «Al di là dell’articolo che una volta di più favorisce il friulano – osserva– ciò che è clamoroso è proprio la forma dell’emendamento puntuale, che la giunta ha promesso di eliminare. Il centrosinistra – rincara il consigliere – dopo la figuraccia sul rigassificatore, ancora una vola si smentisce dimostrando che le promesse della campagna elettorale erano solo specchietti per le allodole. Se questo emendamento dovesse passare – conclude Marini - voglio proprio vedere come faranno ad affossare il mio e di Roberto Dipiazza sul completamento del recupero della chiesa di Sant’Antonio a Trieste».
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