Regionali Fvg, assist di Gentiloni: «Bolzonello può vincere»

Tappa in regione per il premier che lancia la volata al vicegovernatore uscente. «La nostra serietà contro le loro promesse. Usano il Fvg per i loro giochi romani»
Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, durante un incontro elettorale a Udine, 16 aprile 2018. ANSA/UFFICIO STAMPA/ PALAZZO CHIGI/ TIBERIO BARCHIELLI +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++
Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, durante un incontro elettorale a Udine, 16 aprile 2018. ANSA/UFFICIO STAMPA/ PALAZZO CHIGI/ TIBERIO BARCHIELLI +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

TRIESTE. Di là «i fuochi d’artificio, le promesse mirabolanti, le paure». Di qua «la serietà, l’affidabilità, la conoscenza dei problemi». Paolo Gentiloni la chiama «la nostra faccia». Il presidente del Consiglio, a Udine per la campagna elettorale di Sergio Bolzonello, assicura che la partita è ancora aperta, che si può vincere, che il candidato ha le carte in regola. Ma la battaglia va combattuta con lo stile e i valori del centrosinistra: «Noi siamo questo».

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Udine 15 Aprile 2018 di maio Agenzia Petrussi foto Turco Massimo


Il Palamostre di Udine si riempie di democratici che si sentono ancora in corsa. C’è Vincenzo Martines, candidato sindaco di Udine. E c’è Bolzonello, ancora all’attacco sul balletto del centrodestra a caccia del candidato, sulle «fughe» di Massimiliano Fedriga, sul tema della competenza: «È da dieci anni in Parlamento, non sa nulla della regione, non sa nemmeno di che cosa stiamo parlando, non riusciamo a conoscere la sua idea per il futuro. Siamo al patetico».

Sin lì il vicepresidente uscente era stato pacato, suadente, rassicurante. Non aveva avuto il timore di ironizzare sulla riforma delle Uti («Meglio che non ne parliamo») e di “correggere” quella sanitaria, suggerendo un modello a tre aree vaste, con Gorizia e Monfalcone nuovamente assieme a Trieste. Incalzato dal giornalista Cristiano Degano, si era soffermato su vari punti del programma: dal bonus figli alla detassazione per le aziende che assumono. Aveva mostrato la «faccia» del centrosinistra, come avrebbe riassunto più tardi Gentiloni.

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Ma c’era anche da rincuorare la truppa. E Bolzonello, che alla fine inviterà tutti a «pedalare per i voti», non si sottrae: «Sono convinti di avere stravinto, ma vedrete che ci saranno delle sorprese. Alla faccia dell’autonomia, della specialità e di tutte le parole di cui si riempiono la bocca – prosegue – il centrodestra dimostra tutta la sua irresponsabilità. In questi ultimi giorni, dopo la sberla delle politiche, è iniziato un nuovo sentire, un servizio civico che sta coinvolgendo tante persone che non si stanno rassegnando all’idea di far prevalere un’opzione di paura, ma vogliono invece un’opzione di speranza e futuro».

Una convinzione che è anche del premier: «Sono certo che faremo fino all’ultimo la nostra partita, diversa da quella che abbiamo perso il 4 marzo, per vincere il 29 aprile con i nostri valori: qualità del lavoro, difesa dell’ambiente, salute per tutti». Gentiloni aveva visitato a metà pomeriggio il Cro di Aviano, occasione per ribadire la scelta di campo della sanità pubblica, ma anche per promettere ulteriore impegno per la stabilizzazione dei ricercatori precari. Poi a Udine, in un incontro presentato dal segretario regionale del Pd Salvatore Spitaleri, il presidente del Consiglio interviene a marcare le differenze. «Non possiamo minimamente accettare l’idea che qualcuno dica “sì siete bravi, siete capaci, ma questo non è tempo per la serietà, per il governo, per la soluzione dei problemi dei cittadini”. Noi dobbiamo dire esattamente il contrario». E proporre, appunto, qualcosa di concreto a oltre quaranta giorni dal voto delle politiche: «C’è qualcuno che vuole provare a farsi carico del Paese? Io continuo a farlo, poi la sera spengo la luce. Però è una condizione di governo dimissionario che aspetta che finisca questa campagna elettorale».

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È qui che Gentiloni arriva ad alzare la voce, tra gli applausi: «È imbarazzante, innanzitutto per i cittadini del Fvg, che le elezioni in questa regione servono a decidere i rapporti di forza in uno schieramento politico a Roma». Un messaggio rivolto al centrodestra. Perché se è vero che «siamo usciti dalla crisi, soprattutto per merito degli italiani», imboccata una strada, «non ci possiamo permettere di andare fuori strada».

Tanto meno la palude di una campagna elettorale permanente «dove l’unica cosa che tende a scomparire sono le promesse più mirabolanti e più accattivanti, come per esempio quella del “li rimandiamo a casa loro”. Ma i toni restano quelli in cui ogni forza politica si definisce vincitore e predestinato e ciascun vincitore e predestinato continua la sua campagna elettorale». «Gentiloni è un solido punto di riferimento prima di tutto per il Paese, ma sicuramente anche per il Pd – il commento a fine incontro di Debora Serracchiani –. L’apprezzamento sincero con cui il presidente del Consiglio viene accolto dai cittadini in eventi pubblici come questo è un grande valore aggiunto che premia il lavoro fatto alla guida del Paese con un peculiare tratto umano».

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