Regionali 2018, Salvini in Fvg rassicura gli alleati: «Nessuno scossone»

Nuova tappa in regione per il leader del Carroccio che blinda la coalizione: «Quella per il governo è tutta un’altra partita. Qui la squadra è compatta»
Matteo Salvini
Matteo Salvini

TRIESTE. «Quel che accade a Roma non avrà alcuna ripercussione sulla corsa in Friuli Venezia Giulia». Il capo della Lega Matteo Salvini sarà oggi in regione per un tour tra i Comuni prossimi al voto. La prima tappa della giornata sarà Fogliano-Redipuglia, in provincia di Gorizia, cui seguirà un giro in terra friulana. È la seconda calata in Fvg in poche settimane per il politico lombardo, che si appresta a imperversare come una trottola in regione: «Verrò altre due o tre volte prima del voto», assicura. Quanto alle tensioni romane, Salvini blinda il candidato Massimiliano Fedriga: «Le due partite non si influenzeranno».

Salvini, nel sondaggio pubblicato dal Piccolo Forza Italia è data in forte calo. I forzisti mal digeriscono l’egemonia leghista nel centrodestra, s’è visto quando si è trattato di scegliere il candidato. Le tensioni romane non potrebbero riverberarsi sulle elezioni in Fvg?

Dei sondaggi mi fido sempre poco, anche perché hanno scelto come data del voto una domenica in mezzo a due feste, penso sperando che voti meno gente possibile. Quindi la considererò in ogni caso come una battaglia all’ultimo voto.

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Con chi?

Certo non con Forza Italia, a cui auguro di andare bene, ma con il Pd e con l’accoppiata Serracchiani-Bolzonello, che rappresenta gli ultimi cinque anni di governo. Poi che l’aria sia buona per la Lega in Fvg, come ovunque io vada, è vero e comporta delle responsabilità. C’è in ballo il futuro della Regione: non ci saranno ripercussioni di quel che accade a livello nazionale.

Per Bolzonello il vostro candidato si limita a ripetere quello che dice lei.

Non conosce me e non conosce Max. Fedriga ha fatto una scelta che non so quanti altri avrebbero fatto. Ha preferito la sua terra a un comodo incarico parlamentare o di governo. Perché se faremo un governo, come mi auguro, ovviamente lui ne avrebbe fatto parte. Però questa è la Lega. Siamo i più vicini ai territori. Quanto al Pd, passa il suo tempo ad attaccare noi: dopo cinque anni di amministrazione questo è tutto quel che hanno da dire.

Fratelli d’Italia punta a superare FI in regione. Qual è il loro ruolo nella coalizione?

Per me tutti gli alleati hanno pari dignità. Ci sono liste civiche, componenti autonomiste. Sono contento perché la candidatura Fedriga ha unito, mentre altre avrebbero potuto dividere. Dopodiché la competizione interna farà sempre bene. La percentuale che guarderò dopo il voto sarà quella del Pd e di Fedriga. Alla battaglia interna penserò dopo.

La Lega in Fvg ha sempre avuto un carattere autonomista, friulanista, anche indipendentista. Come si concilia con la sua conduzione a carattere nazionale?

Nelle consultazioni con Mattarella la scorsa settimana ho avuto l’onore e l’orgoglio di mettere sul tavolo il tema dell’autonomia. Chi ce l’ha, come il Fvg, non la perde. Chi non ce l’ha, come Veneto e Lombardia, la può ottenere. La Lega resta la più forte garanzia di rispetto delle autonomie. Mi piacerebbe che il prossimo governo trasformi l’Italia in un paese federale, anche con le adeguate modifiche costituzionali.

Tornerà in regione prima del voto?

Almeno due volte, se ci riesco tre. Domenica 22 sarò a Trieste, il giorno successivo sarò in Friuli. Dovrei tornare anche venerdì 27. Non so quanti altri facciano lo stesso. Perché ci tengo. E il tema non sono Fedriga o Bolzonello, chi è simpatico e chi è antipatico. Al centro ci sono argomenti seri come la sanità dopo la pessima riforma sanitaria del Pd, l’immigrazione con l’accoglienza diffusa di Serracchiani che certo non è un modello, il lavoro con il sostegno alle piccole imprese. In Fvg parlerò di queste cose.

Chiudiamo sulla situazione nazionale. Si tornerà al voto oppure alla fine si troverà una soluzione di governo?

Servirà ancora un po’ di pazienza. Noi abbiamo ribadito che il centrodestra è la squadra che ha vinto le elezioni e ci facciamo carico delle responsabilità di governo. Dialogare con il M5s è necessario e giusto per rispettare gli elettori. Escludo invece collaborazioni con il Pd. Vedremo se gli altri sono altrettanto disponibili a dialogare.

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