Regionali 2018, Bolzonello rilancia sul bonus mensile alle famiglie: «Cento euro per ogni figlio fino ai 18 anni»

Il candidato del centrosinistra prevede una spesa da 120 milioni. «Sfidiamo la denatalità»
Lasorte Trieste 30/03/18 - Tommaseo, Sergio Bolzonello, Conferenza Stampa
Lasorte Trieste 30/03/18 - Tommaseo, Sergio Bolzonello, Conferenza Stampa

TRIESTE La campagna elettorale di Sergio Bolzonello parte dalla famiglia e dagli aiuti per invertire il declinante tasso di natalità del Friuli Venezia Giulia. Nella prima delle conferenze organizzate per presentare il programma, il candidato del centrosinistra rilancia il bonus figli approvato dalla giunta regionale nelle scorse settimane: in caso di elezione promette infatti di estendere la durata dell'aiuto di cento euro al mese per ciascun figlio, che Debora Serracchiani ha fissato in tre anni e che Bolzonello conta di portare al compimento del diciottesimo anno d'età. Una misura che vale 21.600 a nuovo nato e che, a regime, costerebbe alle casse della Regione circa 120 milioni all'anno: quanto lo “sconto” che il patto Padoan-Serracchiani ha ottenuto da Roma sulle risorse regionali destinate all'abbattimento del debito pubblico statale.

Fondi che l'ultimo assestamento ha suddiviso in più capitoli ma che Bolzonello vorrebbe finalizzare a quest'unica misura, "senza intaccare gli esistenti benefici del welfare". L'obiettivo è coinvolgere le famiglie entro i 45-50mila euro di Isee: il 70% di quelle presenti in Fvg. Alle coppie italiane basterà essere residenti in regione, mentre per quelle straniere saranno richiesti 24 mesi di presenza in Fvg.

Il candidato parla di «investimento per il nostro futuro» e indica la sfida alla denatalità come la priorità per la società del Fvg, proponendo «un patto tra la Regione e le famiglie secondo i modelli europei più avanzati». Le risorse potranno essere spese a proprio piacimento, ma dal compimento del sesto anno d'età saranno parzialmente vincolate: «Dopo i sei anni - spiega Bolzonello - 400 euro all'anno andranno investiti in cultura e sport: libri, mostre, musei, corsi, scuole di musica, palestre, perché vogliamo dare la possibilità a tutti di fare esperienze in contesti che aiutano ad aprire la mente. In questo modo le risorse ricadranno poi sul tessuto associativo ed economico».

L'aiuto di cento euro è già previsto per tutti i nati dal 2018 e l'ipotetica giunta Bolzonello si incaricherebbe dunque di estenderne la durata fino a diciotto anni. Non manca tuttavia il rischio boomerang, per chi ha figli venuti al mondo negli anni precedenti e si troverebbe perciò tagliato fuori da un intervento così ingente. Ma il leader del centrosinistra evidenzia che «la misura potrebbe essere ampliata retroattivamente, con trenta milioni aggiuntivi all'anno: le risorse si possono trovare, ma sono valutazioni che dovrà fare il consiglio regionale».

Guai a chiamarlo bonus, però, perché l'esponente dem ribatte che «le una tantum non funzionano: parliamo di un'iniziativa concreta, strutturale e duratura di supporto alla natalità su cui le famiglie possono fare affidamento». I dati dicono che i già bassi livelli di natalità del Fvg sono calati davanti all'insorgere della crisi. Per questo, secondo Bolzonello, «solamente garantendo l'occupazione e ampliando i servizi possiamo invertire il trend». Il candidato cita al proposito «la necessità di rafforzare il piano per nidi, materne e primarie: ci saranno investimenti legati alle infrastrutture e aiuti ulteriori alle famiglie, che già abbiamo percorso in questi anni, con l'abbattimento delle rette dei nidi, gli sconti sui trasporti, l'aiuto per l'acquisto di libri».

L'obiettivo è molto ambizioso se paragonato alla situazione attuale che vede circa diecimila nati all'anno: «Bisogna cercare di fare come in Francia, dove ci sono almeno due figli per nucleo familiare», dice Bolzonello.

Le opposizioni, come da copione, attaccano. Per la candidata della Lega Barbara Zilli «siamo davanti a una marchetta elettorale renziana: Bolzonello rincorre il centrodestra mentre la sua giunta ha eliminato subito il bonus bebè. I contributi sono utili ma non determinanti per invertire il trend. Servono assunzioni per le neomamme, lavori part time e asili nido gratuiti».

Secondo l’esponente del Movimento Cinquestelle Andrea Ussai , «la giunta Serracchiani ha prima tolto il bonus bebè e poi lo ha reintrodotto in vista delle elezioni. Bolzonello, con l'acqua alla gola, lancia l'ennesimo spot elettorale. Per noi serve il modello francese: rimborsi per asili nido, pannolini e baby sitter; iva agevolata sui prodotti neonatali; detrazioni per assunzione di colf e badanti».

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