Refugee Tracks, parte da Trieste il web doc sulle migrazioni lungo i binari

Un web documentario in cinque puntate vedrà la luce quest'estate: il primo episodio sarà girato sulla linea Trieste-Gorizia. Francesco Conte di TerminiTv ha lanciato il crowdfunding per coprire le spese
epa04981608 Migrants look out of windows of a train at the railway station in Cakovec, Croatia, 17 October 2015, near the border with Slovenia. Slovenia deployed its military to its border with Croatia on 17 October to help police handle an influx of refugees who re-routed their course across the Balkans after Hungary refused to let them through. EPA/BALAZS MOHAI HUNGARY OUT
epa04981608 Migrants look out of windows of a train at the railway station in Cakovec, Croatia, 17 October 2015, near the border with Slovenia. Slovenia deployed its military to its border with Croatia on 17 October to help police handle an influx of refugees who re-routed their course across the Balkans after Hungary refused to let them through. EPA/BALAZS MOHAI HUNGARY OUT

Un progetto documentaristico chiamato Refugee Tracks racconterà le migrazioni del presente e del passato lungo i binari della ferrovia. Lo farà partendo dalla linea Trieste-Gorizia lungo la quale il suo ideatore, Francesco Conte, girerà la prima puntata del web doc con la speranza di avere raccolto online, tramite una piattaforma di crowdfunding, i fondi necessari all'avvio del progetto.

L'idea è quella di una serie a puntate - cinque, per l'esattezza - che affronti il tema delle migrazioni transfrontaliere di stranieri e non, amici e sconosciuti. Percorsi di speranza, chiusi o ancora aperti, che hanno come comune denominatore le rotaie del treno. 

 

 

Francesco Conte, giornalista, vanta nel suo curriculum due libri di viaggio (su Brasile e Libia) e un documentario (sui disastri naturali in Filippine), ma è soprattutto fondatore di Termini Tv, canale che da due anni racconta vecchie stazioni, binari abbandonati, viaggiatori e senzatetto, migranti e residenti.

Quali luoghi di transito migliori che Trieste e Gorizia, allora? Il capoluogo giuliano, insieme a quello isontino e ai loro binari, saranno i protagonisti della prima puntata. Le altre quattro punteranno i riflettori sulla linea ferroviaria del Brennero; sulla ferrovia Vigezzina-Centovalli che da Domodossola (Val d'Ossola) arriva a Locarno, in Svizzera; e, infine, sulla tratta Cuneo-Ventimiglia-Nizza, dove i treni per la Francia passano sugli stessi binari su cui passano i migranti che oggi cercano fortuna oltralpe. 

A photo made available 10 August 2015 of asylum seekers crowding the Brenner railway station on the border between Tyrol, Austria and South Tyrol, Italy, 09 August 2015. ANSA /EXPA/JOHANN GRODER
A photo made available 10 August 2015 of asylum seekers crowding the Brenner railway station on the border between Tyrol, Austria and South Tyrol, Italy, 09 August 2015. ANSA /EXPA/JOHANN GRODER

"Racconteremo Trieste come punto di ingresso in Italia e nel mondo occidentale dopo la fine della guerra fredda", commenta Francesco Conte che si avvarrà, per il suo progetto, anche di filmati d'archivio in collaborazione con Nosarchives - una collezione di video ed immagini amatoriali inedite (dal 1922 al 1984) con filmati originali in 8mm, Super 8, 16 mm, 9,5 mm, 17,5mm. "Il focus della prima puntata sarà sull'asilo politico e la legislazione in merito ai rifugiati dopo la caduta della Jugoslavia. Trieste è stata una porta di ingresso: parleremo di come i migranti si siano spostati, per la prima volta dopo la seconda Guerra Mondiale, come massa. Non più come singoli".

Le storie di addii e partenze si snoderanno lungo binari a noi familiari, testimoni di grandi esodi ma anche di deportazioni. 

"Le stazioni e i binari, specialmente quelli delle province generalmente più dimenticate, sono il teatro in cui la storia, anche delle migrazioni, scorre tanto velocemente che si fa fatica a registrarla, appiattiti come troppo spesso siamo sull’attualità e la notizia", scrive Conte che sarà coadiuvato nell'impresa da Marco Carlone, esperto di viaggi ferroviari. Anzi, ferroviaggi.

Da Trieste e Gorizia si giungerà, alla fine del percorso, ad un altro "luogo caldo" delle migrazioni odierne, ovvero il confine di Ventimiglia. "Il senso di questo progetto è anche quello di raccontare territori troppo spesso marginali nella narrazione dei media, che si palesano in queste località solo in caso di emergenza. L'unicum consiste nel fatto che parleremo anche dei migranti del passato. Lo faremo anche a Trieste e Nova Gorica, una stazione che ha cambiato cinque volte nazionalità dal '900 in poi", conclude Conte. "Il senso del progetto è quello di parlare di attualità sapendone uscire ed esplorare le radici passate. E di fare comunicare il mondo che si occupa di rifugiati con quello che si occupa di treni e ferrovie". 

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