Referendum-ciclabili in Corso I garanti: «Quesito da rivedere»

Il comitato ha dovuto semplificare la domanda da sottoporre ai cittadini goriziani

Marin\u010di\u010d: «C’è ottimismo per il sì finale. Le corsie per le bici restino sulla strada»

Francesco Fain
La raccolta firme pro-ciclabili
La raccolta firme pro-ciclabili

Francesco Fain

Quesito da riformulare. A imporlo il Comitato dei garanti che, nei prossimi giorni, fornirà la risposta finale sull’ammissibilità del referendum.

A fare il punto della situazione sulla consultazione relativa alla ciclabile in corso Italia è Marko Marinčič, già assessore provinciale e portavoce del comitato “Sì ciclabile in corso Italia”. Il gruppo, sostenuto dalle prime 239 firme, chiede in soldoni che le corsie riservate ai ciclisti rimangano dove sono, cioé sulla carreggiata di corso Italia, abbandonando il progetto (che è un dietrofront per il Comune) di portarle sui controviali per favorire il ritorno al doppio senso di circolazione.

«Siamo stati convocati alla riunione del Comitato dei Garanti che doveva valutare l’ammissibilità del referendum sulla ciclabile - fa sapere Marinčič -. Ci hanno chiesto, cioé imposto, di semplificare il quesito che nella forma originaria, secondo loro, non sarebbe stato chiaro». Ricordiamo qual era la domanda prevista in origine da sottoporre ai goriziani: “Volete che la pista di corso Italia, indipendentemente da ogni altra scelta in merito a parcheggi e corsie di marcia, rimanga integralmente sulla strada? Sì o no?”. «Ma abbiamo riformulato il quesito come segue: “Volete che la pista ciclabile di corso Italia rimanga interamente sulla strada?”». C’è un altro elemento. «Abbiamo ottenuto che, nonostante la riformulazione, le firme già raccolte fossero, comunque, ritenute valide in quanto il nucleo essenziale della domanda rimane invariato». Pertanto, le 239 firme valgono e non serve rimettere in moto l’iter.

Non è tutto. «Ci hanno, anche, richiesto un’ulteriore integrazione della documentazione: una relazione sulle finalità del referendum e una su come sostenere eventuali costi che, chiedendo noi il mantenimento dello status quo, sono evidentemente inesistenti - aggiunge Marinčič -. Già l’altra mattina abbiamo presentato tutte le integrazioni richieste per cui attendiamo che, nel corso di questa settimana, ci diano luce verde e si possa ripartire con la raccolta delle 1.500 firme necessarie. Siamo speranzosi per il “sì” finale».

Quindi, nonostante tutto, c’è ottimismo sullo svolgimento della consultazione referendaria, prevista dallo Statuto comunale. L’unico elemento è che si tratta di capire quali costi avrà, perché il Comitato spinge affinché il referendum possa svolgersi in concomitanza, e quindi senza costi, con le elezioni amministrative (per il rinnovo, nella fattispecie, dell’amministrazione comunale di Gorizia) programmate per l’anno prossimo. «Faremo sapere ai cittadini quando e dove si potrà firmare - puntualizza il portavoce del comitato dei ciclisti -. E chiediamo loro, fin d’ora, di sostenere la battaglia per mantenere la ciclabile con tutto il supporto che potranno dare. Come? Firmando e invitando gli amici e conoscenti a firmare; dando una mano, se possono, nella raccolta firme ai banchetti, quando potremo allestirli. Tutti assieme ce la possiamo fare».

Intanto, sul versante del ritorno al doppio senso di circolazione, ancora non c’è traccia della delibera di indirizzo della giunta, necessaria per far partire l’iter e dare vita alle ordinanze necessarie per il rifacimento integrale della segnaletica. Siamo sempre là: “fare e disfare” è tutto un lavorare, dicevano i nostri vecchi. E la vicenda di corso Italia conferma la saggezza di questo motto popolare.

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