Redipuglia, Sacrario a pezzi. Un flop la festa del 2 giugno

Poca gente alla cerimonia istituzionale e lavori bloccati da un nuovo ricorso. Il sottosegretario Rossi: «Se non trasferiamo valori ai nostri giovani falliremo»
Bumbaca Gorizia 02_06_2017 Sacrario Redupuglia Festa Repubblica sottosegretario Rossi © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 02_06_2017 Sacrario Redupuglia Festa Repubblica sottosegretario Rossi © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Una cerimonia davvero per pochi intimi. In un Sacrario di Redipuglia che, ormai da mesi, attende prendano il via i lavori per la sua ristrutturazione. Sono i segni di un degrado evidente, con le transenne che ancora delimitano l’area “franata” attorno alla tomba del Duca d’Aosta, ma anche i gradoni desolatamente vuoti, ad aver accompagnato la cerimonia del 2 Giugno svoltasi a Redipuglia.

Il sottosegretario Rossi. Lo ha sottolineato nel suo intervento anche il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, atteso al suo arrivo dal sindaco di Fogliano, Antonio Calligaris, dal vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, dai prefetti di Gorizia e di Trieste, Isabella Alberti e Annapaola Porzio e dal generale Bruno Stano, comandante del Comando Forze di Difesa Interregionale Nord.


Giovani grandi assenti. «Oggi mancano i giovani, i destinatari del messaggio che viene lanciato in occasione di questa festa. Dobbiamo fare capire loro - dice Rossi - che democrazia e pace devono essere difesi nel quotidiano attraverso l’esempio. Se non riusciamo a dare questi segnali allora abbiamo fallito». Ma Rossi si è voluto soffermare sui giovani presenti, in divisa, che servono quotidianamente lo Stato e che al Sacrario sono stati i veri protagonisti. I grandi assenti sono stati invece proprio i ragazzi, le scolaresche e quel pubblico che, almeno in parte, non ha gradito la decisione, assunta alcuni anni fa, di uniformare nell’orario le cerimonie di Redipuglia e Bari a quella che si svolte all’Altare della Patria alle 8 del mattino.


Le condizioni del Sacrario. Al di là dell’orario della cerimonia, la Festa della Repubblica ha messo in luce, nonostante gli sforzi degli addetti ai lavori, lo stato in cui si trova il Sacrario, con i lavori di restauro, che sarebbero dovuti terminare entro l’anno, bloccati dalla burocrazia. Dopo la sentenza del Tar che ha dato ragione al raggruppamento d’imprese arrivate al secondo posto nella gara d’appalto, ora è attesa la decisione del Consiglio di Stato, tra l’8 ed il 9 giugno, il quale dovrà esprimersi sulla richiesta di sospensiva avanzata da quelle imprese che, in un primo momento, si erano aggiudicate l’intervento. «Il governo può fare ben poco – sottolinea Rossi – visto che la pratica sta seguendo il suo iter amministrativo, anche se resta in noi la convinzione che questo non è un Sacrario come altri, ma il simbolo della Prima guerra mondiale che ha dato unità al nostro Paese e cercheremo di metterci in opera per quanto possibile».


Rossi, rispondendo alle domande, non si è tirato indietro su alcuni aspetti legati al Friuli Venezia Giulia: la riorganizzazione della Brigata Pozzuolo del Friuli e i nuovi velivoli per la Pattuglia Acrobatica Nazionale. «La Pozzuolo è una realtà operativa che continuerà il suo ruolo nelle Forze Armate e non credo, quindi, che ci sarà alcun ridimensionamento - spiega - che possa toccare pesantemente i reparti presenti a Gorizia. Quanto all’ingresso degli M-345 al posto degli attuali MB-339 nella Pan, si tratta di una scelta già fatta anche se i tempi non sono immediati. Dobbiamo far combaciare la sostenibilità finanziaria dell’operazione e le necessità addestrative della stessa Pattuglia».


Comuni e Regione. Il ruolo dei sindaci nel futuro della nazione è stato invece fatto risaltare dalle parole del vicepresidente della giunta regionale. «Nelle prove che abbiamo superato, come in quelle che ci stanno di fronte – spiega Bolzonello – siamo sostenuti da una grande fede nella capacità di suscitare energie costruttive, nella volontà di non mollare. Per questo oggi il Friuli Venezia Giulia festeggia il 2 Giugno accanto ai sindaci dei comuni terremotati del Centro Italia, cui giustamente è stato dato l’onore di aprire la sfilata a Roma. I sindaci mantengono un ruolo di centralità strordinaria nei confronti delle nostre comunità, ne interpretano i bisogni e, oltre il mandato affidato con il voto, spesso servono con spirito di volontariato». E proprio i sindaci sono stati i protagonisti di più affollate cerimonie, non lontano da Redipuglia, come quella promossa a Staranzano assieme alle scuole e all’assessore Cristiano Shaurli, dove trent’anni fa si costituì il “Comitato 2 giugno”, e quella a Ronchi dei Legionari promossa dal Comune e dal locale gruppo dell’Associazione nazionale alpini tra alzabandiera, inni e l’immancabile pastasciutta offerta a tutti i presenti. Se il sindaco Livio Vecchiet si è soffermato sul «sentimento di identità nazionale», il momento conviviale per la Festa della Repubblica è stato capace di ritagliarsi il suo spazio.

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