Redditometro, a Trieste controlli su 13mila contribuenti
La direzione nazionale dell’Agenzia delle Entrate sta per spedire la prima tranche di lettere (35mila in tutta italia) con le quali il Fisco chiede spiegazioni su eventuali discrepanze rilevate tra le spese effettuate e il reddito dichiarato nel 2010 e riferito all’anno di imposta 2009. A finire fra le grinfie dell’Agenzia delle Entrate saranno i contribuenti che oltrepassano di gran lunga quel 20 per cento di tolleranza previsto dalla normativa, dal redditometro introdotto nel 2010. Lo scorso novembre l’Agenzia delle Entrate ha effettuato una simulazione con il Redditometro dalla quale è risultato che per il 2013 sono a rischio indagine una famiglia italiana su cinque. Sui dati della simulazione e tenendo conto del senso del dovere e della correttezza dimostrata dal triestini negli accertamenti effettuati negli anni, dei 133.156 residenti nella provincia di Trieste che hanno effettuato la dichiarazione dei redditi nel 2010, a rischio controlli sarebbe una famiglia triestina su 10.
Dati alla mano, i triestini che saranno “monitorati” dal Fisco con il redditometro per le dichiarazioni dal 2009 al 2013 saranno circa 13mila in tutto (la prima tranche riguarderà invece 500 contribuenti). Lo Stato va a caccia delle discrepanze tra reddito dichiarato e spese effettuate che però possono derivare anche da semplici sbagli di calcolo o dall’ incrocio tra dati errati e il problema in questo caso finisce per dissolversi come una bolla di sapone. «Le lettere del Fisco in arrivo però, - spiegano dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate di Trieste - non sono accertamenti fiscali, ma semplici questionari che mirano a far chiarezza sulle anomalie riscontrate nelle spese effettuate nel corso del 2009: i contribuenti corretti non si devono allarmare». Macchine lussuose, barche, investimenti, immobili, polizze. Tutto finirà sotto la lente di ingrandimento, ma basterà dare una spiegazione (supportata da una chiara documentazione) ad una simile disponibilità economica per far concludere i controlli. Una corretta compilazione del questionario, con una spiegazione plausibile che soddisfa le richieste di chiarimenti da parte del Fisco, permetterà infatti di arrestare subito il processo a carico del contribuente. Qualora invece il questionario non faccia chiarezza sulla situazione, non giustifichi determinate incongruenze, si passa alla fase successiva, quella del contraddittorio vero e proprio che si tiene negli uffici della direzione provinciale dell’ Agenzia delle Entrate.
«Il contribuente – spiegano dall’Agenzia delle Entrate - ha 15 giorni di tempo dalla data in cui il questionario è stato notificato per rispondere alle richieste contenute, quindi esibire tutti i documenti provanti un acquisto fatto risalente sempre al 2009, altrimenti si va incontro a sanzioni da 250 fino a 2065 euro. Nel caso ci fosse bisogno di un numero maggiore di giorni, basterà richiedere all’ufficio che ha inviato il questionario il differimento del termine per la consegna dei dati richiesti». Dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi 2010, riferite quindi all’anno 2009, il reddito disponibile dei triestini ammonta a 22.056 euro procapite. Una cifra che appare in linea con i consumi finali. A fronte di questa disponibilità economica media, infatti, non sono segnalati né picchi nell’acquisto di macchine di lusso (pari al 7,08% del totale), né percentuali “sospette” di abitazioni di pregio (appena lo 0,9% del campione complessivo). L’indice fattoriale di scostamento tra reddito e benessere espresso, quindi, raggiunge quota 1,55, vale a dire il livello più positivo d’Italia. Per questo la percentuale di triestini a ricevere nei prossimi mesi le lettere dell’Agenzia delle Entrate è percentualmente inferiore rispetto ad altre zone d’Italia. A rischio una famiglia su 10 a fronte della percentuale nazionale che prevede vengano chiesti chiarimenti a una su 5. Studi specifici diffusi hanno messo in evidenza quali siano le province più propense a pagare regolarmente le imposte e quelle dove invece si sgarra con maggiore frequenza. In questo senso c’è dunque da immaginare che le attenzioni degli ispettori del fisco che utilizzeranno il nuovo redditometro potranno andare ad appuntarsi verso quelle zone del Paese notoriamente meno leali fiscalmente. Nello specifico le 10 province che godono della fama peggiore in termini di pagamenti mancati delle imposte sarebbero Ragusa, Agrigento, Trapani, Catania, Messina, Viterbo, Crotone, Caserta, Latina e Rieti. Le province invece dove i contribuenti sarebbero più solerti e dove dunque il redditometro potrebbe essere utilizzato con meno rigore, sono proprio quella di Trieste, Milano, Bologna, Forlì-Cesena, Parma, Ancona, Torino, Padova e Vercelli e Modena.
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