Reddito minimo, disgelo tra Cgil e giunta

Riavvicinamento al convegno del sindacato. Telesca: «Ci sono i presupposti per un confronto serio». Sel si divide
Una manifestazione della Cgil per il diritto al lavoro e alla dignità
Una manifestazione della Cgil per il diritto al lavoro e alla dignità

La Cgil tuona contro il Jobs Act, ma sulla misura anti-povertà siamo alle prove di incontro con la giunta. La presenza di Susanna Camusso, ieri a Pasian di Prato, e la condivisione trasversale della politica sulle esigenze delle fasce deboli avvicinano le parti dopo le ripetute polemiche di Franco Belci sui ritardi della Regione.

Il riavvicinamento «Abbiamo lo stesso obiettivo, non vi sono più le distanze che sembravano esserci – conferma Maria Sandra Telesca –. Vi sono anzi i presupposti per dar vita a un confronto serio e concreto». Il segretario nazionale della Cgil condivide: «Mi pare si colga la necessità di un provvedimento legato al reinserimento lavorativo».

Risorse e tempi Andranno verificate le simulazioni, individuata la platea, pescate le risorse a sostegno del reddito (non basteranno i 10 milioni già stanziati in Finanziaria 2015, e nemmeno ulteriori fondi, tra i 2 e i 4 milioni, ipotizzati dall’esecutivo), ma il tavolo è avviato. E i tempi fissati dalla giunta – ddl pronto entro giugno – confortano la Cgil. «Un impegno che va mantenuto – rimarca Belci – per un’adeguata dotazione già in assestamento di bilancio».

Politiche del lavoro La proposta illustrata a convegno dal segretario, «porta a sintesi un’elaborazione programmatica che la Cgil ha avviato nel 2013. Ma la discussione sul reddito di base segna finalmente anche l’avvio di un confronto sulle politiche per il lavoro sin qui mancato». Alla base l’integrazione tra quelle politiche e l’assistenza, «nella convinzione – rileva anche la responsabile welfare Orietta Olivo – che il rilancio dell’occupazione sia strada prioritaria per contrastare povertà e disagio».

Modello Trentino A rassicurare il sindacato le parole chiare di Telesca. «Abbiamo immaginato un sostegno all’inclusione attiva, una misura universale – ribadisce l’assessore –, che preveda che il beneficiario si impegni a perseguire, attraverso un patto, concreti obiettivi di inclusione sociale e lavorativa». Partendo dal modello Trentino (integrazione al reddito sino a 6.500 euro all’anno) e dalla sperimentazione nazionale del Sia (Sostegno per l’inclusione attiva), con opportuni aggiustamenti locali, l’intervento verrà inserito all’interno di un «riordino dei diversi strumenti esistenti, ancora troppo frammentati».

Nuove regole Riordino che toccherà anche la regolamentazione: «I Comuni hanno introdotte tante, troppe regole diverse uno dall’altro. Dovremo fissarne di nuove, che valgano in tutto il Fvg». Occasione, l’incontro con la Cgil, pure per ricordare tra gli altri gli investimenti per il Fondo solidarietà dei Comuni (5.800 famiglie si dividono 11,5 milioni), il bonus per la fornitura di energia elettrica (8,9 milioni), l’integrazione con 60 euro della social card da 40 euro del governo. «Vi sarà anche il dovuto impegno nell'integrare al meglio le risorse regionali con i programmi europei di inclusione sociale».

Le divisioni di Sel Tutti d’accordo, pare, tranne all’interno di Sel. Giulio Lauri, il capogruppo, fa sapere di non essere stato informato se non la sera prima che il segretario regionale Marco Duriavig, l’altro giorno, presentasse una proposta di partito sul reddito di cittadinanza. «Iniziativa singolare – commenta Lauri – non solo perché propone un modello tarato su quello del Lazio, che ha mostrato parecchi limiti, ma anche perché da un paio di mesi ci confrontiamo in maggioranza con buona sintonia sul tema e con l’idea di presentare un provvedimento di coalizione che, senza bandierine, concentri razionalmente le risorse del welfare a favore di chi ne ha davvero bisogno».

Stop all’assistenzialismo Su questa linea anche il Pd, con Cristiano Shaurli che guarda al Trentino come modello di riferimento, e Ncd, con Alessandro Colautti che promuove un sistema di sostegno e la razionalizzazione delle misure in vigore, ma avverte: «No alla deriva assistenzialista, la priorità sia il rilancio dell’occupazione». Forza Italia, con Riccardo Riccardi, critica invece in parte l’impostazione della giunta: «Stiamo continuando a destinare milioni di euro a un modello di assistenza e di politiche per l’impiego tarato sulla situazione pre-crisi». Mentre il M5S, con Cristian Sergo, sposa la sollecitazione della Cgil «che pone al centro le politiche del lavoro».
 

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