Redditi della giunta a Trieste, il sindaco Dipiazza resta in testa. E gli assessori della Lega scalano posizioni
TRIESTE Le feste sono il periodo in cui, come lo Spirito del Natale passato, i redditi dell’anno precedente tornano alla memoria dei membri della giunta, poiché vengono pubblicati sul sito del Comune in ossequio alle norme sulla trasparenza.
E come ogni anno, a noi tocca il compito di andare a curiosare per scoprire se qualcosa è cambiato nelle fortune liquide degli amministratori della città, fra 2018 e 2019. Prenderemo a riferimento comune il dato del reddito imponibile. Come capita sovente da qualche lustro, il più danaroso è ancora una volta il sindaco Roberto Dipiazza. Il suo imponibile da 486 mila euro supera quello del 2018, 460 mila. Il merito, come è solito ricordare, non è della paga del sindaco ma dei frutti della sua vita imprenditoriale nell’ambito della grande distribuzione: «Diciamo che vivo del mio, ecco. Non vivo dei 5 mila euro lordi che mi da il Comune».
Ma la novità principale del 2019 è il ritorno al secondo posto del vicesindaco Paolo Polidori, imprenditore del settore della ristorazione automatica. Nel 2018 il politico della Lega aveva presentato un imponibile da 40 mila euro, in forte calo rispetto ai 110 mila dell’anno precedente. Il 2019 però deve esser stato un’annata buona per i distributori automatici, perché Polidori è tornato al suo posto con un imponibile da 104 mila euro. Gli affari sono andati meglio? «Purtroppo sì - risponde - perché questo significherà dover pagare imposte devastanti. In Italia un imprenditore deve sempre sperare di guadagnare il meno possibile». «Quest’anno il virus ci ha colpiti con forza e siamo tra le categorie che non avranno indennizzi. “Bello” Stato che abbiamo», conclude il vicesindaco, che da leghista della prima ora non nasconde le sue simpatie per la scuola economica austriaca.
Al terzo posto troviamo l’assessore all’Urbanistica Luisa Polli, leghista ex dipendente della Regione, che dichiara un imponibile da 59 mila euro, rispetto ai 49 mila dello scorso anno. Al quarto ancora una leghista: l’assessore alle Attività economiche e ai Teatri Serena Tonel, che a sua volta registra un bel balzo. Nel 2018 il suo reddito si attestava sui 36 mila euro circa, nel 2019 è salito a 58 mila. Va detto che nel marzo di quell’anno il presidente della Regione Massimiliano Fedriga ha nominato Tonel, parte della sua cerchia di fedelissimi nel Carroccio, a capo della sua segreteria. Un passaggio che, visto il ruolo politico di Tonel in Comune, aveva suscitato le critiche dell’opposizione.
Al quinto posto troviamo infine l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi, l’imprenditore edile della lista Dipiazza se ne stava al secondo posto ma è stato “scalzato” dal drappello verde. Unico ad avere un reddito sopra i 40 mila è poi l’assessore al Welfare Carlo Grilli (Lista Dipiazza), che con un imponibile da 45 mila euro resta più o meno in linea con l’anno precedente. Segue poi il resto della giunta, con redditi imponibili che rispecchiano di fatto la situazione base della retribuzione assessorile. Tra questi va segnalato il caso dell’assessore forzista all’Istruzione Angela Brandi, il cui documento non è ancora stato pubblicato (c’è tempo fino al 30 dicembre), che però spiega: «I documenti verranno presentati a breve, ma anticipo che il mio reddito sarà in linea con quello dell’anno precedente. È la paga da assessore, per il resto io sono in aspettativa».
Nella stessa fascia troviamo anche l’assessore forzista ai Servizi Lorenzo Giorgi con il suo imponibile da 36 mila 617 euro, identico al centesimo a quello degli ultimi due anni. Sempre nella stessa area troviamo l’avvocato e assessore ai Lavori Elisa Lodi (Fratelli d’Italia) che nel 2019 ha dichiarato una cifra inferiore rispetto ai 47 mila del 2018, e l’assessore al Personale, il forzista Michele Lobianco. Ultimo posto “in ascesa” per l’azzurra Francesca De Santis (Grandi eventi e giovani), che arriva a regime della sua retribuzione da assessore dopo la nomina a fine 2018. —
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