Redditi dei parlamentari Fvg, il "visitor" Bocca surclassa Fasiolo e Brandolin
TRIESTE. Bernabò Bocca, il senatore fantasma che in Friuli Venezia Giulia non si è praticamente mai visto, guida la pattuglia anche ai titoli di coda. L’imprenditore torinese, paracadutato da Silvio Berlusconi nel 2013, è per distacco il Paperone degli eletti in Friuli Venezia Giulia. Sul podio si piazzano anche Laura Fasiolo e Giorgio Brandolin. Si tratta delle dichiarazioni 2017 dei parlamentari, pubblicate ieri sui siti istituzionali delle due Camere. Riguardano i redditi 2016 e hanno un solo leader. Bocca stacca tutti con un imponibile di 630.986 euro, quattro volte i 161.041 euro di Fasiolo, la senatrice goriziana del Pd che nel 2014 è subentrata all’europarlamentare Isabella De Monte e che nel 730 del 2015 dichiarava non più di 61 mila euro.
Ancora più staccato dal capolista c’è Brandolin, il goriziano battuto da Guido Germano Pettarin alle politiche del 4 marzo. L’esponente dem ha un reddito di 138.917 euro. A completare la classifica dei primi cinque sono Tamara Blazina, deputata della comunità slovena che ha deciso di non ricandidarsi, con 130.430 euro, e Lodovico Sonego, il senatore ex Pd ora bersaniano, che sfiora i 125 mila euro. A sorvolare quota 100 mila sono altri tre deputati e due senatori. Dal sito di Montecitorio ecco le dichiarazioni di Walter Rizzetto, dal Movimento 5 Stelle a Fratelli d’Italia, 105.151 euro, Gianna Malisani (Pd, 102.787) e Serena Pellegrino, ex Sel ora in Liberi e Uguali, 101.709 euro.
A Palazzo Madama, over 100 mila, con Bocca, Fasiolo e Sonego, ci sono altri due ex (l’uno del Pd, l’altro del M5S) transitati in LeU: Carlo Pegorer (118.038 euro e la denuncia di un appartamento con garage e cantina a Tavagnacco) e Lorenzo Battista (105.762 euro e 496 azioni cedola Arancio).
Nell’elenco della Camera anche il capogruppo della Lega Massimiliano Fedriga (98.905 e il passaggio da una Bmw 320 a una Volvo V60), il centrista Gian Luigi Gigli (Des-Cd, 98.599), la segretaria regionale di Forza Italia Sandra Savino (con l’insegna pure del Pdl oltre a quella dello storico partito berlusconiano, 98.136), i dem Giorgio Zanin (93.638), Ettore Rosato (93.166) e Paolo Coppola (93.074), e infine l’ex pentastellato che ha chiuso l’esperienza parlamentare nel Misto Aris Prodani (93.059).
Le ultime due dichiarazioni del Senato sono poi quelle di altri due democratici: Alessandro Maran (99.699) e Francesco Russo (89.672 e l’acquisto di un’Alfa Mito del 2013). A poter replicare con questi dati, il prossimo anno, saranno solo in quattro, gli unici rieletti: Rizzetto, Fedriga, Savino e Rosato. Tutti gli altri, chi per scelta come Blazina, Gigli, Sonego, Battista, Maran, Russo, chi per non essere stato candidato o per non avercela fatta due settimane fa, ritorneranno alla vita fuori dal Palazzo. Quella che, raro caso, al neurologo e docente universitario Gigli rendeva decisamente di più. Nel 2012, prima dell’elezione, il suo reddito viaggiava attorno ai 200 mila euro, il doppio di oggi. «In mezzo a una banda di gente che ha fatto della politica una fonte di reddito personale, se non una professione – il suo commento –, c’è chi invece, per servire il popolo, si è trovato compensi dimezzati. Per quel che mi riguarda, lo posso dire a testa alta».
A livello nazionale, tra i ministri, il podio è formato da Valeria Fedeli (Istruzione, 182.016 euro), Carlo Calenda (Sviluppo economico, 166.264) e Dario Franceschini (Beni e Attività culturali, 145.044). Non mancano i redditi dei leader di partito. Beppe Grillo ha dichiarato nel 2017 oltre 400 mila euro, sei volte l’anno precedente. Matteo Renzi, segretario dimissionario del Pd, è a 107.100 euro. E Giorgia Meloni, di FdI, a 98.421 euro. Decisamente più in alto il presidente del Senato uscente, ora a capo di LeU, Pietro Grasso: 321.195 euro. La presidente della Camera Laura Boldrini, pure di LeU, dichiara 144.883 euro.
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