Redditi da lavoro dipendente: Fvg al quinto posto in Italia

Guadagni medi di 21.680 euro. Trieste nella top ten delle province più ricche. Dal 2009 persi 50mila contribuenti, uno dei cali più consistenti del Paese
Una suggestiva immagine del Municipio di Trieste
Una suggestiva immagine del Municipio di Trieste

TRIESTE. Nella messe di cifre Irpef 2016 riguardanti il Friuli Venezia Giulia c’è un dato preoccupante: rispetto al 2009 il numero dei contribuenti è sceso di 50 mila unità, da 970 mila a 920 mila, flessione percentuale pari al 5,1% , una delle più elevate a livello nazionale.

 

 

C’è invece un dato promettente: dopo sei anni di “carestia” il numero dei lavoratori dipendenti è nuovamente salito di 4500 posti a quota 472 mila, a evidenziare la ripresa occupazionale registrata nel 2015. Non solo: il loro reddito medio ammonta a 21.680 euro, tale da piazzare il Fvg al quinto posto della classifica nazionale, alle spalle di Lombardia, Piemonte, Lazio, Emilia Romagna. Negli andamenti provinciali Trieste si piazza a un lusinghiero decimo posto nazionale con 23 mila euro: davanti a sè vede i grandi traini dell’economia italiana (come Milano, Monza, Lecco, Varese, Bologna, Parma).

Complessivamente i contribuenti giulio-friulani, che hanno dichiarato un’imposta Irpef (ovvero chi non rientra nella cosiddetta “no tax area”), sono 742 mila, pari all’81% del totale, per un valore di 3,6 miliardi di euro che significa circa 4900 euro pro-capite.

A esaminare le dichiarazioni dei redditi 2016 in regione è l’Ires Fvg, attraverso una ricerca impostata da Alessandro Russo, dalla quale si possono evincere interessanti elementi valutativi della realtà economico-sociale delle quattro ex province. Il quadro statistico di riferimento afferisce al ministero dell’Economia e delle Finanze.

 

 

Proseguiamo allora con i principali indicatori emersi dallo studio dell’Ires. Al dato riguardante l’imposta netta vanno poi sommate le addizionali: quella regionale riguarda 717 mila contribuenti per un ammontare di 207 milioni di euro, mentre quella di pertinenza comunale tocca 553 mila unità per un valore di 76 milioni. L’addizionale regionale è cresciuta dell’1,1%, quella comunale dello 0,9%.

Importanti anche i numeri che raccontano il contesto previdenziale del Friuli Venezia Giulia. I pensionati sono 364 mila, 2 mila in meno rispetto al 2015, a conferma di una tendenza che dura da alcuni anni. Anche il reddito medio pensionistico è buono: si parla di oltre 17 mila euro, un “assegno” che consente al Fvg quiescente di occupare la sesta casella della classifica nazionale (nella “top ten” Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna). Significativo - come sempre - il contributo dei quasi 70 mila pensionati di Trieste, che con una media di 19.400 euro consentono alla provincia-capoluogo di ottenere la medaglia di bronzo tricolore, superato soltanto da Roma e da Milano: l’alta incidenza di trattamenti pensionistici legati al pubblico impiego favorisce il piazzamento triestino.

 

Gli 80 euro del Bonus Renzi da restituire: in Fvg è beffa per 40mila
27/05/2014 Roma, buste paga di Maggio 2014 con il bonus Irpef di 80 Euro

 

Un trend che viene ulteriormente verificato dall’esame delle pensioni relative ai comuni regionali, in quanto nelle prime cinque posizioni campeggiano Sgonico, Duino Aurisina, Trieste, anche se capolista è Udine. Le pensioni più basse riguardano le zone collinari e montane del Friuli: Pulfero, Lusevera, Taipana, Andreis, Bordano.

Il bonus Irpef spettante e quello da restituire vedono il Friuli Venezia Giulia comunque al settimo posto nazionale: 261 mila contribuenti hanno diritto a una media di 813 euro per un ammontare complessivo superiore ai 212 milioni, mentre in 40 mila dovranno ridare allo Stato una media in questo caso di 266 euro.

L’analisi condotta da Ires Fvg inserisce le cifre regionali all’interno del più ampio contesto nazionale. Nel 2016 il numero dei contribuenti è stato di 40,8 milioni, un milione in meno rispetto al 2009, chiaro indice del lungo periodo di difficoltà attraversato dal Paese. Non è casuale che il calo abbia interessato le fasce più giovani e i redditi più bassi: la “categoria” sotto i 45 anni ha perso 2,7 milioni e le dichiarazioni sotto i 20 mila euro hanno lasciato per strada 3,3 milioni di posizioni.

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