La redazione del Piccolo al Trgovski dom di Gorizia alla vigilia dell’inaugurazione della Capitale europea della cultura

Il direttore dei quotidiani del gruppo Nem, Luca Ubaldeschi, di cui Il Piccolo fa parte: «Per Gorizia è una data storica, come lo è per un giornale inserito in una comunità. Uscire allora dalla sede abituale in un momento così è ancor più importante perché dimostra la voglia del quotidiano di confrontarsi, di respirare assieme alla cittadinanza, di dialogare con chi vive in quest’area. Del resto, cosa sarebbe un giornale senza i suoi lettori?»

Alex Pessotto
Foto servizio di Pierluigi Bumbaca: a destra il direttore Ubaldeschi, a sinistra il vicedirettore Brancoli, al centro il sindaco Ziberna
Foto servizio di Pierluigi Bumbaca: a destra il direttore Ubaldeschi, a sinistra il vicedirettore Brancoli, al centro il sindaco Ziberna

È indicativo che Il Piccolo, oggi, venerdì 7 febbraio, abbia indetto la sua riunione redazione al Trgovski dom di Gorizia. È indicativo per la giornata scelta per organizzare l’incontro, di 24 ore precedente a quella, assai attesa, dell’inaugurazione della Capitale europea della Cultura.

Ed è indicativo per il luogo che l’ha ospitato, da considerarsi tra quelli simbolici dell’integrazione tra Gorizia e Nova Gorica. Del resto, che molte energie del quotidiano vengano assorbite da Go!2025 è, ormai da parecchio tempo, evidente.

Il direttore Ubaldeschi: "Go!2025 deve lasciare una importante eredità"

«Per Gorizia, per il territorio è una data storica, come lo è per un giornale inserito in una comunità – ha affermato il direttore responsabile dei quotidiani del gruppo Nem, Luca Ubaldeschi, di cui Il Piccolo fa parte –. Uscire allora dalla sede abituale in un momento così è ancor più importante perché dimostra la voglia del quotidiano di confrontarsi, di respirare assieme alla cittadinanza, di dialogare con chi vive in quest’area. Del resto, cosa sarebbe un giornale senza i suoi lettori?».

Luca Ubaldeschi, il direttore dei giornali del gruppo Nem, che edita anche Il Piccolo
Luca Ubaldeschi, il direttore dei giornali del gruppo Nem, che edita anche Il Piccolo

Ecco che il pubblico ha potuto seguire la riunione di redazione, «quella del mattino, dopo le varie telefonate, dopo le varie discussioni: un momento che forse è il più importante per programmare la nostra attività giornaliera nella maniera più ordinata possibile», ha precisato Ubaldeschi. E la curiosità non è certo mancata, per capire cosa sta dietro il mestiere di giornalista, specie in un periodo così particolare: quello di Go!2025.

Al punto che qualcuno, Igor Damilano, scrittore, speaker radiofonico e web designer, una domanda l’ha posta: l’attenzione del Piccolo sarà costante, tutto l’anno, nei confronti della Capitale europea della Cultura? Gli ha risposto Fabrizio Brancoli, vicedirettore del gruppo Nem con delega a cultura ed eventi nonché coordinatore del Piccolo: «Non possiamo ancora avere esperienze in materia di Capitali europee della Cultura, anche se abbiamo studiato l’esempio di Matera. E forse è pure qui, l’entrata in una “selva oscura”, il bello di Go!2025. Allora, dovremo andare avanti passo dopo passo, con inserti speciali, come nel caso di alcuni grandi concerti, e con altri eventi che saranno trattati in maniera amplificata, allargandoli su un vasto perimetro. Poi, però, occorrerà vedere quanto, al di là dell’inaugurazione, Go!2025 troverà l’interesse del pubblico: tra due mesi, sarà data per acquisita? In altre parole, un quotidiano deve lavorare giorno per giorno, con idee di base, ma non può programmare nulla a lungo termine».

Livio Semolič, presidente Skgz: "Dopo tante tragedie abbiamo scelto la condivisione"

Un altro intervento è stato quello del segretario regionale di Skgz, Livio Semolič, che ha manifestato apprezzamento per la scelta del quotidiano di allargare il proprio raggio d’azione a Nova Gorica e all’area limitrofa, «dato che ormai occorre ragionare in termini di territorio unico»; e, sul punto, Semolič ha anche evidenziato la collaborazione tra Piccolo e Primorski dnevnik, favorita da Go!2025.

Riguardo alle modalità di distribuzione delle informazioni, è invece intervenuto Paolo Cagnan, vicedirettore del gruppo Nem con delega al digitale. «Fino a qualche tempo fa, il digitale nel sistema dei media italiani andava al traino della carta, ne era un derivato. Nel frattempo, però, si è sviluppato un ecosistema multimediale molto più complesso, sempre con l’intento di creare una community di lettori: si pensi al sito, alle piattaforme social che richiedono linguaggi differenti perché Linkedin non è Instagram e non è X. Il Piccolo, rispetto all’ecosistema di Nem ha il tasso di fidelizzazione più alto: ha un rapporto molto forte dal punto di vista digitale con la comunità di riferimento».

Il sindaco Ziberna e il rapporto di Gorizia con Il Piccolo

In apertura, proprio in considerazione dell’eccezionalità della riunione, è intervenuto il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna: «Quello che stiamo vivendo è un momento straordinario: non durerà tutto l’anno, ma molto più a lungo. In fondo, un investimento così importante come quello di Go!2025 non potrebbe esaurirsi in poco tempo. Allora, dobbiamo fare in modo che questa coesione tra Gorizia e Nova Gorica vada capitalizzata in direzione futura. Ed è anche grazie ai giornalisti se questa splendida avventura potrà essere celebrata di continuo».

Il saggista Bellavite alla riunione del Piccolo: "Go!25 è l'esempio di una nuova realtà possibile"

Qualche parola introduttiva, inoltre, è stata inoltre detta dal giornalista e saggista Andrea Bellavite. «È significativo il messaggio che da questo territorio parte per giungere all’Europa e al mondo intero: in un periodo in cui ci sono guerre di ogni tipo, un luogo che ha vissuto più tragedie viene indicato dall’Unione Europea come esempio di come le diversità di lingue, di culture, di ideologie, di posizioni politiche, possano costruire una nuova realtà. Ecco che al di là delle oltre 1500 iniziative che avremo quest’anno, al di là dei tanti personaggi di oggi e di ieri dell’area transfrontaliera, al di là della storia del ‘900 che ha caratterizzato il territorio e al di là della bellezza dei paesaggi, chi verrà qui in questi mesi vedrà esseri umani che, appunto nelle loro diversità, saranno un dono gli uni per gli altri, senza alcuna imposizione delle proprie idee. E, al di là dell’importanza del riconoscimento di Capitale europea della Cultura, è questa una responsabilità per cominciare e continuare lungo questa strada nei prossimi decenni». 

 

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