Redaelli in Africa nelle missioni goriziane
Durerà dieci giorni il primo viaggio in Africa dell'arcivescovo Carlo Maria Redaelli che, dal 17 al 27 novembre, visiterà le missioni goriziane in Costa d'Avorio e in Burkina Faso. Il presule sarà accompagnato da don Franco Gismano, direttore del Centro missionario diocesano, e da don Flavio Zanetti, per oltre 16 anni in Costa d'Avorio, oggi parroco a Romans d'Isonzo.
Un viaggio nel quale, oltre a celebrare domenica 20 novembre la chiusura in Africa del giubileo della misericordia, aperto nel continente nero dal papa Francesco, sarà anche l'occasione per ufficializzare una rinnovata modalità di collaborazione. «Il nuovo movimento missionario, spiega don Franco, non è più solamente dall'Europa verso l'Africa, ma il contrario. Un cambio di rotta con l'obiettivo di aiutare le chiese locali a crescere. I religiosi africani verranno accolti da noi per poter completare, nelle nostre comunità parrocchiali e istituti, la loro formazione pastorale e teologica. Ma allo stesso tempo potranno studiare nelle nostre università statali e acquisire quelle competenze necessarie per lo sviluppo e crescita dei loro paesi nei settori dall'economia alla scienza, dall'ingegneria all'informatica e discipline artistiche». Un'innovazione già realtà nell'arcidiocesi goriziana, dove da tempo vivono, a Cervignano e a Cormons, due giovani sacerdoti africani; uno studia all'Istituto teologico di Padova e l'altro al Dams dell'università di Udine a Gorizia.
Nel paese ivoriano il primo incontro nella capitale amministrativa Abidjan sarà con il nunzio apostolico, successivamente la delegazione si sposterà nella diocesi di Bouaké. Qui il vescovo presiederà alla consegna del testo del Sinodo, documento pastorale che sancisce gli indirizzi nel percorso formativo degli adulti. Da quasi mezzo secolo sacerdoti, uomini e donne, volontari laici goriziani sono presenti nei due paesi sub sahariani. Attualmente vi operano don Michele Stevanato e le volontarie laiche Claudia Pontel, Ivana Cossar e Luisella Spanghero.
Diversi sono i progetti attivati e gestiti nelle due realtà fra le più povere al mondo. Nel primo, con l'aiuto del centro missionario sono state realizzate chiese e cappelle, accanto a centri di formazione nel settore agricolo, mentre nel secondo si è puntato soprattutto su progetti educativi e di formazione, in particolare di alfabetizzazione per bambini e donne, quest'ultime perni della società per il doppio ruolo di madri e lavoratrici.
Dalla Costa d'Avorio la delegazione viaggerà in auto oltre il confine per oltre mille chilometri verso la capitale del Burkina Faso Ouagadougou, visitando anche villagi sperduti e difficili da raggiungere. «Al momento la situazione dal punto di vista socio-politico nei due paesi, spiega don Franco, è abbastanza tranquilla e stabile. Certo, soprattutto in Burkina l'allerta è sempre alta per possibili azioni terroristiche». Solo lo scorso gennaio 23 persone sono morte nell'attentato sferrato della capitale da Al Quaeda. Il Centro missionario goriziano da sempre vive della generosità di gruppi e di privati. «L'anno prossimo festeggeremo i 50 anni dalla fondazione per volere del vescovo Coccolin. Oggi, come durante la direzione di monsignor Giuseppe Baldas, non un euro arriva dal pubblico, tutto è frutto della generosità dei goriziani».
Margherita Reguitti
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