Red Canzian si racconta, dalla musica ai bonsai

Domani lo storico bassista dei Pooh presenta alla libreria Borsatti il suo libro “Ho visto sessanta volte fiorire il Calicanto”
Di Francesco Cardella

Atipico e strano il Calicanto, un fiore capace di fiorire nei periodi invernali ma di dialogare bene anche con il caldo dell'estate, senza mai celare profumo e colori, quasi a voler dimostrare al mondo la voglia di esistere ancor più di resistere. Una icona naturale divenuta da tempo il simbolo della esistenza di Red Canzian, lo storico bassista dei Pooh, atteso domani a Trieste per la presentazione del suo libro “Ho visto sessanta volte fiorire il Calicanto” (Mondadori) incontro programmato nella Libreria Borsatti di via Ponchielli, alle 18.30. Oltre 200 pagine, già 10mila copie vendute, temi che spaziano sullo spartito della biografia del musicista veneto, accarezzando le tappe di un passato intenso e le tracce di un futuro aperto, costellato da nuovi sogni e antiche passioni. Con questo libro Red Canzian si appella alla forza dei sogni ma sottolinea anche il valore dei segni, quelli lasciati non solo in veste di musicista di successo ma tra le pieghe sociali, affettive, umane: «È vero, non solo le tappe musicali nel mio libro, anzi – sottolinea Red – la carriera artistica gioca naturalmente il suo ruolo, soprattutto quando sono diventato celebre con i Pooh, ma ho cercato di trattare altri sistemi, in parte anche più alti della carriera stessa, come i figli, l'amore, o alcune significative scelte operate, come quella di diventare prima vegetariano e poi vegano».

Il viaggio narrativo di Red Canzian parte da lontano, da scenari nazionali che ora appaiono decisamente ingialliti e forse rimpianti, paesi dai piccoli fiumi tranquilli, sino a città dai grandi progetti: «Un’Italia che non c'è più, in tutti i sensi – ha aggiunto il musicista – un’Italia che ho vissuto a fondo nei suoi profondi cambiamenti, partendo dalle terre del mio paese in Veneto e poi in altre svariate sedi. I viaggi, sì, quelli non sono mancati – rimarca Canzian – ed è per questo, dopo i miei primi libri incentrati su diversi argomenti, ho voluto dare un senso più biografico e completo, e mi sono divertito a ripercorrere le strade, le scelte e le esperienze, tutte vissute – ha aggiunto il pluristrumentista - credo in prima persona, procedendo con la passione e la tenacia».

Già, la tenacia. Nel quadro di vita colorato da Red Canzian, sembra la dote con cui non è possibile improvvisare, e richiama al bisogno di averla sempre tra le corde per farla suonare al massimo del volume: «Tra le righe del mio libro traspare in effetti questo appello alla tenacia, alla determinazione di saper continuare e raggiungere qualcosa», ha rimarcato. «Non scopro nulla di nuovo indicando che sono i traguardi e gli stessi sogni a farci vivere una vita degna. Io credo molto a questo e sto cercando di trasmetterlo, soprattutto ai giovani, mondo con cui mi capita spesso di dialogare a fondo e di cogliere anche crisi e disillusioni».

Il senso della popolarità, il bisogno del privato, le piccole rinunce e le importanti conquiste. E ancora le divagazioni, anzi, le “fughe” artistiche sfociate nella passione per i bonsai, nella pittura e successivamente appunto nella scrittura. Red Canzian - entrato a far parte dei Pooh all'epoca dell'incisione dell'album culto “Parsifal”, opera dal respiro Prog-sinfonico del 1973, il primo dopo l'uscita di Riccardo Fogli - prova insomma a raccontare e a raccontarsi, tra le molte luci e le inevitabili ombre di un cammino che “pretende”, pare, nuove repliche in cartellone: «Non intendo certo, ripeto, smettere di sognare – ha ribadito convinto Red a corredo del suo nuovo libro – temo troppo la ruggine della vita, voglio ancora cercare di viaggiare da protagonista e non certo procedere come un “vagone”. Diciamo che ho ancora molta voglia di fare, conoscere e possibilmente trasmettere». L'incanto della natura mantiene in tutto questo un ruolo essenziale, tra il respiro del fiume Sile, nel trevigiano, sulle cui sponde l'artista abita dalla metà degli anni '80, e gli impegni legati alla sua azienda agricola e alle cure dei bonsai. E per continuare a inseguire queste trame e i nuovi sogni serve essere «coraggiosi, pionieri, e lasciare una traccia». Come il fiore del Calicanto insegna.

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