Record di oggetti smarriti a Gorizia: oltre 3 mila in dieci anni

Gli uffici dei vigili urbani “intasati” da chiavi, telefonini, bracciali, anelli, orecchini Persino materassi e tostapane. Il comandante Muzzatti: «Ora una grande asta» 
Bumbaca Gorizia 28.05.2018 Oggetti smarriti presso vigili urbani © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 28.05.2018 Oggetti smarriti presso vigili urbani © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA Una montagna di chiavi. Ma anche bracciali, sacchi a pelo, computer portatili. Persino un materasso sottovuoto e arrotolato. I goriziani perdono 300 oggetti all’anno, 3.119 dal 2007 al 2017. Un’enormità. Passi per mazzi di chiavi, telefonini, telecomandi che viste le dimensioni è facile che escano fuori dalle tasche ma i nostri concittadini sono riusciti a “perdere” anche tostapane, lampade, tappeti per auto, persino una sedia a rotelle.



Eh sì, riserva sorprese (anche gustose ed esilaranti) la visione degli oggetti smarriti custoditi dalla Polizia locale di Gorizia. C’è di tutto. Non è un’esagerazione. Il materiale rinvenuto è stato esposto ieri mattina nel corso di un’originalissima conferenza stampa che ha visto protagonisti il sindaco Rodolfo Ziberna, il vicesindaco e assessore ai vigili urbani Stefano Ceretta e il comandante della “Municipale” Marco Muzzatti.

Per una mattinata gli uffici del corpo hanno preso le sembianze di una piccola bancarella con gli oggetti smarriti e ancora non richiesti (per la restituzione) dai legittimi proprietari, appoggiati sopra ad una scrivania.

«Abbiamo in mente di organizzare un’asta per piazzare le cose di maggior valore di cui non è stata chiesta la restituzione», l’annuncio del comandante Muzzatti. Per tutti gli altri oggetti, è intenzione dell’amministrazione comunale «riservare, ogni mese, uno spazio dedicato sul sito istituzionale o su Facebook con l’elenco di tutti i beni che vengono rinvenuti nei vari angoli della città», la sottolineatura di Ziberna e di Ceretta.

L’occhio non poteva non cadere su un materasso arrotolato e sottovuoto, trovato lungo una via cittadina. Ma come si può perdere un oggetto così grande? «Forse era stato consegnato da qualche corriere e il destinatario l’ha lasciato incustodito in strada», una delle chiavi di lettura. È certo che avrebbe potuto rendere felice uno dei tanti richiedenti asilo senza convenzione. E, probabilmente, i migranti sono i proprietari di set per farsi la barba, oltreché di diversi telefonini. Parecchi anche gli orologi da polso, gli ombrelli e i telecomandi, con chiave integrata, delle vetture. Un oggetto quest’ultimo che ha un costo considerevole: per ottenere un duplicato se ne va un centinaio di euro e anche di più.

Nell’ultimo anno, dicevamo, sono stati trovati in città 249 oggetti smarriti. Di questi, 137 sono stati ritirati: 95 dal legittimo proprietario, uno dal rinvenitore, 41 donati a Comuni o associazioni. Nel 2016 erano stati 220 i rinvenimenti con 147 restituzioni. Il fenomeno è, dunque, in aumento. E sembra strano che in tempi di crisi, quando cioè l’attenzione per le proprie cose dovrebbe aumentare visto che ci sono pochi soldi per acquistarne di nuove, si perdono più oggetti.

«Uno dei maggiori fornitori - spiega il comandante Muzzatti - è l’Apt, l’Azienda provinciale dei trasporti. Sui bus e sulle corriere extraurbane si dimentica di tutto». Fra le tante cose esposte sulla “bancarella” allestita dalla Polizia municipale spiccava anche un computer portatile di valore. «Abbiamo cercato in tutte le maniere il legittimo proprietario ma senza fortuna».

Gorizia, poi, si conferma “terra” di turismo se è vero che fra gli oggetti smarriti ci sono sacchi a pelo ma anche coperte. «Fra gli oggetti smarriti - la spiegazione - ci sono anche un trasformatore, una carrozzella per neonati, un passeggino (per restare in tema), una cassetta per gli attrezzi, due misuratori per la glicemia, due fotocamere». I vigili urbani sono obbligati a custodire gli oggetti rinvenuti per la durata di un anno. Al termine dei dodici mesi le cose diventano di proprietà di colui che le ha ritrovate. «Può capitare che ci sia un rifiuto. In tal caso, procediamo con la loro distruzione se si tratta di materiali vecchi e non utilizzabili, altrimenti gli oggetti vengono dati in beneficenza». Come è successo con tante bici che hanno trovato una nuova vita.

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