Rebus spazi, costi record e linee guida in ritardo: è caos sui centri estivi in Fvg
TRIESTE Da indicazioni della Regione, avrebbero dovuto aprire i battenti ieri, 3 giugno, portando finalmente un po’ di sollievo a centinaia di famiglie alle prese con il difficile incastro tra cura dei figli e incombenze lavorative, magari in modalità smart working. Invece gli attesi centri estivi alla fine non sono decollati. La maggior parte dei corsi previsti da enti locali e associazioni private è ancora in stand by (in qualche caso appare anche in alto mare) perché alle prese con il rebus degli spazi e del personale da mettere in campo per rispettare le linee guida diramate dalla giunta.
A Trieste, per esempio, partiranno solo il 15 giugno i centri estivi organizzati dal Comune e i Ricrestate, mentre per i corsi riservati ai piccoli in età da nido e materna bisognerà aspettare addiruttura il 6 luglio. Ma lo stallo interessa anche le strutture private, oggi in forti difficoltà ad organizzare le tradizioni attività estive tra restrizioni giudicate troppo rigide, posti dimezzati rispetto agli anni scorsi a causa del distanziamento obbligato e costi lievitati.
Il Comune di Trieste, però, non ci sta a passare per ritardatario. «Noi - spiega l’ assessore comunale all’Educazione Angela Brandi - avevamo fissato già da tempo le date del 15 giugno e del 6 luglio. Quindi chi aveva già iscritto i propri figli, sapeva che il 3 giugno non sarebbe partita alcuna attività. Inoltre le linee guida con ulteriori prescrizioni da ottemperare sono state pubblicate appena nella serata del 1° giugno, con novità importanti per esempio su gli spazi dei servizi 0-3. Anche volendo, quindi, non avremmo potuto applicarle in tempo per partire il giorno dopo». Oggi intanto usciranno le prime graduatorie, per i centri estivi in età da scuola primaria e per i Ricrestate. «Si tratta - precisa Brandi - di liste “di minima”, che saranno poi ampliate. Quelle attuali sono state compilate in base agli spazi disponibili al momento, destinati però ad aumentare».
Per osservare le regole su distanze e dimensioni degli spazi, infatti, il Comune ha contattato realtà del terzo settore, associazioni e società per “spalmare” anche nelle loro sedi i bambini iscritti: una decina i privati che si sono resi disponibili. Ci saranno due opzioni: le attività saranno organizzate nelle sedi delle stesse associazioni che hanno aderito o all’interno di alcune scuole comunali. E nella riunione di giunta di oggi l' assessore chiederà di poter disporre di ulteriori risorse, per accontentare un numero quanto più elevato di richieste. Per i centri estivi destinati ai bambini in età da nido e scuola d’infanzia le liste de bimbi accolti saranno comunicate nei prossimi giorni. In fase di valutazione accordi con nidi privati.
Non solo enti locali, però. Alle prese con i tanti nuovi ostacoli, come detto, ci sono anche decine di associazioni e privati. «Nonostante le limitazioni abbiamo deciso di attivare i centri per venire incontro alle richieste delle famiglie che quest’anno ne hanno veramente bisogno - spiega Fulvia Merlak, presidente della Uips Trieste - ma abbiamo dimezzato i bimbi, al massimo 26 contemporaneamente e divisi in gruppi, mentre i costi sono aumentati almento del 40%, tra dispositivi di protezione e operatori in più da impiegare».
Bimbi ridotti e spese cresciute anche al Tennis Club Triestino, a Padriciano, tra i più gettonati ogni estate. «Al massimo 35 iscritti a turno - spiegano dalla struttura - niente bus navetta dalla città e si parte dai 6 anni. Per il resto la gestione degli spazi sarà organizzata al meglio». Rimandato al prossimo anno invece il camp dell’associazione Benessere. «Lo spazio solito non sarebbe stato a norma, mancavano le aree interne - spiega il presidente Saul Laganà - quindi appuntamento al 2020». —
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