Razeto: "Rigassificatore, occasione da cogliere"

Poche ore dopo la pubblicazione dei risultati del sondaggio SWG, il presidente dell’Associazione industriali, Sergio Razeto, prende posizione sul progetto di Gas Natural:
"Il rigassificatore significa bonifica e recupero ambientale di un’importante porzione del sito inquinato. E' ora che le istituzioni prendano una posizione"
Sergio Razeto
Sergio Razeto
TRIESTE.
«Il progetto del rigassificatore di Gas Natural va valutato guardando oltre la semplice realizzazione e l’esercizio dell’impianto considerando tanto l’indotto quanto il fatto che il rigassificatore significa anche bonifica e recupero ambientale di un’importante porzione del sito inquinato e la sua realizzazione comporta la necessità di risorse umane di diversa qualificazione, reperibili localmente».


SONDAGGIO SWG-PICCOLO



Lo mette in rilievo il presidente dell’Associazione industriali, Sergio Razeto che prende chiaramente posizione a favore della realizzazione dell’impianto nei cui confronti invita le istituzioni ad assumere una posizione certa. «Certamente però - prosegue Razeto - Gas Natural dovrà costruire l’impianto avvalendosi delle migliori tecnologie disponibili sul mercato e fornire garanzie in termini di sicurezza e tutela ambientale. Ritengo quindi non più prorogabile - specifica - l’avvio da parte della società spagnola di azioni di comunicazione e di confronto con le istituzioni e con la pubblica opinione sugli aspetti relativi alla sostenibilità complessiva del progetto».


Il presidente degli Industriali però non risparmia critiche alla città e gli sfugge anche una nota di pessimismo sul futuro. «Nel 2009 - rileva - si aveva avuta la percezione di un nuovo insolito dinamismo: approvazione del Piano regolatore portuale che ha visto unite tutte le forze istituzionali ed economiche della città, così come l’avallo al progetto di recupero delle aree del Porto Vecchio, la previsione di avviare i lavori per la costruzione della Piattaforma logistica a fronte dell’annunciata approvazione da parte del Cipe dei relativi finanziamenti, lo stesso progetto del rigassificatore, la forte richiesta per riacquisire il collegamento aereo con Milano, la proposta avanzata dalla Lucchini energia di costruire una nuova centrale termoelettrica, i nuovi e più efficienti collegamenti ferroviari per merci e persone.


Basta invece aprire le cronache cittadine degli ultimi mesi - denuncia Razeto - per constatare che tutte queste iniziative non stanno avendo alcun seguito. Anzi, fatto nuovo, l’aeroporto di Ronchi è stato declassato: non è fra gli aeroporti di interesse nazionale». Scatta di conseguenza un vero e proprio grido di allarme: «Proseguendo di questo passo Trieste abdicherà a qualsiasi ruolo di punto di riferimento nel quadro dell’Europa allargata». Quanto al porto, Razeto afferma che «la costruzione della Piattaforma logistica, l’allungamento del terminal contenitori, l’abbattimento dei vecchi magazzini dei Moli Quinto e Sesto sono interventi previsti nel nuovo Piano regolatore che unitamente alla variante di recupero del Porto Vecchio disegnano una nuova prospettiva per lo scalo».


E allora si chiede: «Quali sono gli elementi che ne ostacolano l’approvazione? Lentezze burocratiche, diversi interessi in gioco? Non possiamo continuare a perdere tempo - ammonisce - il mondo cammina e quando arriveremo rischieremo di aver perso il treno, e quando saremo pronti per noi sarà troppo tardi. Credo che i nostri vicini sorridano portando via a Trieste un po’ di traffico alla volta».


Razeto sollecita tutti gli interlocutori istituzionali affinché contribuiscano a sbloccare i finanziamenti previsti dal Cipe per la Piattaforma logistica e a congliere le opportunità previste dal progetto della Piastra logistica di Trieste e Monfalcone presentato dal Gruppo Unicredit e visto con favore dagli industriali.

Il presidente di Assindustria afferma infine di considerare «di indifferibile priorità la richiesta all’Amministrazione regionale dei fondi per il completamento della campagna di caratterizzazione del Sito inquinato in modo da intervenire nei punti in cui si evidenziano le criticità ambientali, provvedendo da subito allo svincolo dei terreni non contaminati».


(s.m.)

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