Rave party sul Carso fra alcol e frastuono, 150 denunciati

Centocinquanta persone tra i 20 e i 40 anni di età, sono state bloccate, identificate e denunciate ieri dai carabinieri per aver organizzato e rumorosamente partecipato a un rave party sul Carso. Tra i partecipanti, anche ragazzi dalla Croazia e dalla Slovenia
di Claudio Erné


Centocinquanta persone tra i 20 e i 40 anni di età, sono state bloccate, identificate e denunciate ieri dai carabinieri per aver organizzato e rumorosamente partecipato a un rave party sul Carso. La festa, se così può essere definita, è stata interrotta dai militari alle cinque del mattino. Da un’area boscata, posta a poca distanza dalla polveriera abbandonata di Borgo Grotta Gigante, aveva iniziato ad essere diffuso ad altissimo volume un frastuono assordante che aveva svegliato un buon numero di abitanti di Opicina e Rupingrande. Da qui decine di richieste telefoniche di intervento per mettere fine alla inusuale «bagarre» notturna.


IL BLITZ
Sono stati mobilitati a tempo di record più di 30 carabinieri della Compagnia di Aurisina e delle stazioni dell’Arma di Prosecco, Duino, Basovizza, Opicina e Borgo San Sergio, nonché le «radiomobili» del Comando provinciale di Trieste. Alle prime luci dell’alba è stata circondata con grande circospezione l’area in cui il rave party era in pieno svolgimento. I militari hanno bloccato le vie di accesso - sentieri e stradine - ed è iniziata l’operazione.


Come primo atto è stato disattivato l’impianto di amplificazione, alimentato da un gruppo elettrogeno. Poi è iniziata l’identificazione dei partecipanti. Punkabbestia coi loro cani, giovani ”rasta”, ragazzi e ragazze giunti dalla Slovenia, dalla Croazia, dal Veneto e da gran parte delle località della regione. C’era anche una ragazza francese, alcuni campani, altri giovani lombardi: tutti erano stati richiamati per la festa a Borgo Grotta dal tam-tam diffuso sui telefonini e su qualche sito ben mimetizzato di Internet.


Il rave party avrebbe dovuto continuare per tutta la giornata ma vista la mala parata molti dei «convocati» hanno fatto dietrofront coi loro furgoni e le loro auto ancora prima di arrivare e Borgo Grotta. Anche in questo caso ha funzionato il tam tam digitale.


«Abbiamo agito con grande circospezione, per evitare che la situazione precipitasse o degenerasse in episodi di violenza o di resistenza al nostro intervento» hanno spiegato i carabinieri. In effetti tutto è filato liscio. Non si sono registrati né tentativi di fuga, né reazioni inconsulte, non sono volate parole «in libertà» o insulti.


I 150 identificati sono stati comunque denunciati alla Procura della Repubblica per una lunga serie di reati che vanno dal disturbo del riposo delle persone, al danneggiamento, all’invasione di terreni ed edifici di altrui proprietà. Due ragazzi, bloccati dai carabinieri col loro furgone ancora prima di entrare nel bosco, dovranno rispondere anche di guida in stato di ebbrezza.


IL SEQUESTRO
Molti i mezzi sequestrati assieme ai gruppi elettrogeni, all’impianto di illuminazione e amplificazione, ai mixer, a una decina di casse acustiche e proiettori. Il valore complessivo di queste attrezzature per lo spettacolo è stato stimato prudenzialmente in almeno 40 mila euro. Nel corso dell’operazione i carabinieri hanno dovuto «gestire» anche una ventina di grossi cani appartenenti ad altrettanti punkabbestia: gli animali erano storditi e impauriti.


Tutta la vicenda - sequestri e denunce - è ora al vaglio del sostituto procuratore della Repubblica Maddalena Chercia. Nessuno è stato arrestato e nel corso delle perquisizioni sono state ricuperate notevoli quantità di superalcolici ma nemmeno un grammo di droga. Al vaglio degli inquirenti vi è anche il ruolo svolto dagli organizzatori del rave party: sono tre giovani romani, un lombardo e un triestino che ha segnalato agli altri l’area per il raduno, sbagliando clamorosamente la scelta.


L’AREA
Il terreno appartiene a un privato mai interpellato dagli organizzatori: inoltre il bosco utilizzato ieri all’alba è posto a brevissima distanza dall’ex polveriera di Borgo Grotta, una zona che sembra abbandonata da tempo ma che invece è densamente popolata. Inoltre tutti sanno che sul Carso i controlli non si sono allentati nemmeno dopo l’entrata della Slovenia nella Unione europea e la caduta dei confini e dei relativi controlli.


Al contrario, l’apparato di sicurezza anticlandestini è molto flessibile ed efficiente, come del resto ha dimostrato tutta l’operazione svoltasi ieri all’alba a tempo di record. Tutti i carabinieri in forza alla Stazione di Prosecco sono stati mobilitati in tempi strettissimi, anche quelli che era a casa ed usufruivano di un turno di riposo. Non dissimile l’impegno delle altre stazioni.


Tutti i partecipanti al rave party sono stati identificati, documenti alla mano. Inoltre i carabinieri hanno verificato la loro posizione con la legge, interpellando l’elaboratore del Ministero degli Interni. Un lavoro minuzioso e dettagliato. Tra i 150 non c’era nessun ricercato o sorvegliato speciale. Gente comune insomma che riteneva di passare una notte diversa, lasciandosi andare ai ritmi ipnotici ed assordanti delle sezioni ritmiche e ai fumi dell’alcool.


LE TESTIMONIANZE
«C’era gente che ballava ad occhi chiusi a meno di mezzo metro di distanza da una cassa da mille watt» ha raccontato un carabiniere intervenuto ieri nel bosco di Borgo Grotta. «Un ragazzo non capiva più nulla e non si era nemmeno accorto del nostro intervento. È dovuto passare un po’ di tempo prima che ritornasse in sè e si rendesse conto della situazione».


«Sono stato svegliato assieme a mia moglie prima delle cinque del mattino da un rumore fortissimo di cui non capivo l’origine e non riuscivo a identificare la provenienza» ha affermato un giovane professionista che abita a Opicina a un paio di chilometri di distanza dall’area in cui era stato organizzato il rave party. «Oltre alla musica assordante ho sentito anche delle urla, probabilmente di ragazze. Poi solo silenzio. Ma ero stato svegliato e riprendere il sonno interrotto non è stato facile».


«Io invece non ho sentito nulla. Non sono stato svegliato» ha raccontato uno di tanti abitanti della «Girandole», il villaggio vicino a Borgo Grotta.

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