Rapine e violenza in piazza Libertà: aggressori arrestati
TRIESTE. Un afghano 23enne e un pachistano 28enne sono stati arrestati dalla Polizia di Stato: sono accusati di tre rapine, una tentata e due consumate, nella zona di piazza Libertà, tra giugno e agosto.
Nell’indagine, coordinata dalla Procura di Trieste, sono stati impegnati gli agenti della Squadra mobile e della Polfer. Sentiti numerosi testimoni e visionate le registrazioni dei circuiti di videosorveglianza della zona. In carcere il 23enne afghano Y.T, con precedenti di polizia per droga e resistenza a pubblico ufficiale, e il 28enne pakistano U.N., con precedenti per reati contro la persona, per droga e per resistenza a pubblico ufficiale.
La custodia cautelare è stata disposta dal Gip: i due dovranno rispondere a vario titolo di rapina aggravata, lesioni gravi, violenza privata, violazione del divieto di ritorno per tre anni nel Comune di Trieste e porto di armi o oggetti atti a offendere.
L’indagine era stata avviata in giugno per una tentata rapina in piazza Libertà ai danni di un giovane pakistano: i malfattori avevano tentato di strappare il telefonino dalle mani del malcapitato che però aveva reagito. Nei giorni seguenti era stato avvicinato da alcuni degli aggressori tra cui Y.T. che brandendo un coltello lo aveva minacciato di morte qualora non avesse ritirato la denuncia dopo il tentativo di rapina subito.
Y.T., secondo l’accusa, si è reso autore di un’ulteriore rapina consumata verso la fine di agosto. Il rapinato, un croato seduto su una panchina in piazza Libertà, era stato colpito al capo e al collo con una bottiglia di vetro: quindi gli era stata portata via la borsa. Nella rapina il croato era rimasto ferito tanto da dover essere operato, con prognosi superiore ai 40 giorni.
Infine, Y.T. è accusato di aver rapinato il giorno seguente un pakistano, sempre nella zona adiacente la stazione: lo ha colpito con calci e pugni dopo avergli intimato di consegnare lo zaino. Per quanto riguarda il 28enne U.N., è stato raggiunto dalla notifica della misura di custodia nel carcere di Pordenone dove si trovava detenuto per altra causa.
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