Rapinatore con l’ascia, ormai lo vedono ovunque
Psicosi no, nervosismo sì: i “colpi” o tentati tali del “rapinatore con l’accetta” hanno iniziato ad alzare nei giorni scorsi il livello di guardia tra la cittadinanza.
Comportamenti del tutto normali vengono “letti” ormai in un’ottica diversa, all’insegna del sospetto. O peggio. Così capita che il Servizio 113 venga attivato per falsi allarmi. È capitato ieri.
Alcuni residenti del rione di San Giacomo ieri mattina si erano convinti di avere scorto un individuo che si aggirava per le strade della zona con un’accetta nascosta malamente sotto al suo cappotto e avevano avvertito le forze dell’ordine. «Nell’ambito del rafforzamento del controllo del territorio al fine d’individuare l’autore di alcune recenti rapine e tentate rapine perpetrate con l’accetta in città ai danni di rivendite di tabacchi - recita una nota della Questura diramata ieri -, a seguito di una specifica attività di polizia, personale della Squadra mobile diretta da Roberto Giacomelli ha fermato e identificato nel rione di San Giacomo un uomo, già noto alle forze dell’ordine anche per la detenzione di armi proprie».
Gli agenti sono riusciti a raggiungere il luogo dell’avvistamento in pochi minuti. «L’esito del controllo - continua il comunicato - è stato negativo e l’uomo è risultato essere estraneo a questi episodi che in questi giorni stanno destando preoccupazione in città. Continua incessante, nel frattempo, l’attività della Polizia di Stato atta a individuarne il reale autore dei reati».
«Non parlerei di psicosi e neppure di un individuo ad alta pericolosità - ragiona il capo della Mobile - , piuttosto di una persona che ha dei problemi. Lo prova la reazione che ha avuto davanti a una ferma opposizione ai suoi propositi da parte delle potenziali vittime». Giacomelli, che sottolinea la grande collaborazione con la Polizia riscontrata a Trieste, dove è giunto da poco tempo, rassicura: «È stato proprio il servizio specifico allestito in merito a questi episodi che ha permesso al personale di arrivare in pochi minuti dove era stato segnalato il sospetto». Il vero autore dei “colpi” con l’ascia è ancora a piede libero e non è stato finora possibile creare un suo identikit: troppo frammentarie le descrizioni fornite dai testimoni.
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