L’anziana rapinata a colpi di padella a Trieste: «Ho rischiato di essere ammazzata per 80 euro: è stato terrificante»
La testimonianza della donna aggredita da una ladra nella sua villetta in via Carnaro: oltre un mese di prognosi tra braccio rotto e suture
«Ho rischiato di essere ammazzata per 80 euro. La ladra mi ha colpito in testa con una padella, poi mi ha afferrata per i capelli e mi ha scaraventata sul pavimento. Voleva soldi. È stato terrificante». I segni di quella violenza, l’anziana li porta ancora addosso: uno zigomo nero, un cerotto sulla fronte a coprire i quattro punti di sutura, un altro sulla guancia destra, il volto punteggiato da ematomi e microfratture. E il braccio destro appeso al collo, fasciato da un tutore: nella caduta si è fratturata l’omero. Ci vorrà oltre un mese per guarire.
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«Ma l’importante è essere ancora viva. Domani (oggi, ndr) compirò 83 anni, posso ritenermi fortunata perché mi è andata bene», esclama la donna, tenace per natura e ottimista per scelta. Trent’anni di arti marziali le hanno insegnato a mantenere i nervi saldi in qualsiasi situazione.
Sono passate 36 ore dalla violenta rapina in casa. Angela (nome di fantasia per assecondare la sua richiesta di anonimato) è seduta in salotto, una delle stanze che i ladri hanno buttato all’aria nella loro spasmodica ricerca di contanti. Mercoledì sera la sua villetta di via Carnaro è stata presa di mira: un furto sfociato in rapina che ha spedito all’ospedale la malcapitata. «Ero a casa da sola, mio marito era all’ospedale di Cattinara per accertamenti – racconta la donna –. Stavo guardando un poliziesco alla tv. A un certo punto, verso le 23, ho sentito un rumore forte e mi sono alzata a controllare».
Angela ancora non sapeva che qualcuno aveva spaccato la finestra della cucina e le era piombato in casa. I ladri avevano usato il tavolino del giardino a mo’ di ariete. Il cancello rimasto aperto in vista del rientro del marito ha facilitato il raid. «Affacciandomi al corridoio ho visto sullo stipite una sagoma bianca – prosegue la malcapitata –. C’era una donna incappucciata, indossava un piumino. D’istinto ho chiesto “Chi è? ” e un attimo dopo ho ricevuto una botta in testa. Mi ha colpita con una padella. Poi mi ha presa per i capelli e buttata a terra».
Di quegli attimi di terrore Angela ricorda la richiesta pressante: «Dammi i soldi». E la paura di essere picchiata di nuovo: «Temevo che mi massacrasse. Ho evitato di guardarla in faccia e di gridare per non peggiorare la situazione. Del resto chi avrebbe potuto sentirmi? Lei stava lì a sorvegliarmi. Sono convinta che un complice abbia rovistato nelle stanze, non può aver fatto tutto da sola. È scappata dalla porta principale, con in mano un regalino per un bimbo che avevo comprato. È sparito anche il mio portafoglio con 80 euro, bancomat e documenti».
I malviventi hanno tentato di prelevare la sera stessa da uno sportello nei paraggi, ma il conto era già stato bloccato. Nonostante lo choc, Angela è riuscita a chiamare il 112. Poco dopo è rientrato il marito, ignaro dell’accaduto: «Vedendo ambulanza e carabinieri – racconta l’uomo, ancora scosso – ho temuto il peggio. Mia moglie era coperta di sangue: mi è mancata l’aria. I ladri hanno svuotato i cassetti e tirato giù i quadri, convinti di trovare una cassaforte. Hanno spaccato una lampada e una porta: sono stati dei vandali».
Sul caso indaga l’Arma, che ha sequestrato la padella e setacciato l’abitazione a caccia di impronte e altre tracce utili a identificare la rapinatrice e il presunto complice. Al vaglio pure i filmati di videosorveglianza della zona, a cominciare da quelli dello sportello bancomat. «Sto ricevendo tanto conforto da amici e conoscenti – conclude l’anziana, abbozzando finalmente un sorriso sul volto tumefatto –. I carabinieri sono tornati a trovarmi. Ringrazio tutti di cuore. Spero di lasciarmi alle spalle questa esperienza terribile».—
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