Raid notturno negli uffici del Comune di Trieste
Sedie rovesciate, monitor del computer sul pavimento, cassetti aperti e svuotati. E poi, sparse dappertutto, le carte: un mare di documenti, anche riservati. In queste condizioni è stato trovato ieri mattina, in Municipio, l’ufficio al terzo piano che ospita il direttore del Servizio risorse umane (il personale insomma), Romana Meula. Non è stato un furto: in apparenza, almeno, non è stato rubato nulla. E pare difficile parlare di un atto vandalico: non sono stati arrecati danni rilevanti.
Ma l’episodio desta non poche perplessità e preoccupazioni. Perché chi ha agito potrebbe anche avere prelevato informazioni direttamente dalla rete informatica del Comune, o peggio avere introdotto nel sistema un file pericoloso per l’integrità delle informazioni stesse del Municipio. Per farlo potrebbe essere bastata una chiavetta usb introdotta nella porta del drive del computer della dottoressa Meula. Un dirigente infatti ha via libera a molti accessi informatici, forse anche a quelli più riservati.
L’allarme è scattato ieri alle 7.30, quando un’addetta alle pulizie - che alla fine del proprio turno stava passando vicino alla stanza 123 - si è accorta del disastro. Sono stati chiamati gli agenti della Municipale addetti alla vigilanza del Municipio, che erano entrati in servizio da meno di un’ora. Perché di notte non esiste alcuna vigilanza interna, ci sono soltanto le pattuglie normali della polizia e dei carabinieri che controllano dall’esterno la Casa comunale. I due agenti al loro arrivo non si erano accorti di nulla: infatti le porte esterne, sia quelle affacciate su piazza Unità, sia quella laterale non presentavano alcun segno di effrazione. Tutto apparentemente regolare. Eppure qualcuno nella notte ha percorso i corridoi del Municipio arrivando fino all’ufficio del capo delle risorse umane.
«Dopo l’allarme lanciato dalle pulitrici sono subito arrivata in ufficio. C’era una grande confusione. La porta era spalancata: non la chiudo mai a chiave perché non c’è nulla da rubare», racconta con una certa apprensione Romana Meula. «Da un primo esame - prosegue la dirigente - posso dire che non avrebbero rubato nulla. Hanno solo fatto un grande disordine. E non capisco il perché».
Già, perché questa incursione? Le indagini del nucleo di polizia giudiziaria della Municipale puntano proprio a dare una risposta a questa domanda. Gli agenti hanno effettuato immediatamente un lungo sopralluogo nell’ufficio del capo del personale, sopralluogo che si è progressivamente esteso a tutto il palazzo municipale.
Poi sono giunti i carabinieri della scientifica. I militari hanno fotoografato la scena ma soprattutto hanno cercato di catturare le impronte e le tracce lasciate dagli incursori sia nell’ufficio della dottoressa Meula sia lungo i corridoi. Sono stati anche acquisiti i filmati delle telecamere di videosorveglianza. Nelle prossime ore i filmati verranno esaminati con la speranza di trovare un fotogramma che permetta di risalire a chi è entrato nell’ufficio del capo del personale del Comune.
Il sindaco Roberto Cosolini non nasconde la propria preoccupazione: «È un episodio che non può essere considerato nè un caso di vandalismo né un furto, giacché da rubare non c’era nulla. Non voglio dire altro. Mi auguro - aggiunge - che si facciano le opportune approfondite indagini. Intanto prenderemo le necessarie contromisure per intensificare la vigilanza». Chiosa ironico un funzionario del Comune che vuole restare anonimo: «In questo palazzo ci sono tanti fantasmi. Non mi meraviglio di quello che è successo».
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