Ragusa, ora i turisti non ci sono più: in centro crollano i prezzi

Il caffè non costa più 4 euro come un anno fa 
epa08717133 Citizens and tourists on the street in old town of Dubrovnik, Croatia, 03 October 2020. Dubrovnik is one of the top touristic destination in Croatia. EPA/ANTONIO BAT
epa08717133 Citizens and tourists on the street in old town of Dubrovnik, Croatia, 03 October 2020. Dubrovnik is one of the top touristic destination in Croatia. EPA/ANTONIO BAT

Da città con prezzi da far tremare vene e polsi a località turistica appannata dal coronavirus, costretta ad arrangiarsi per non soccombere del tutto. Per arrangiarsi intendiamo in primis la notevole riduzioni dei costi in quegli esercizi ristorativi e bar ancora aperti in quanto offrono il servizio take away. Nel 2019, per esempio, una tazza di caffè nei locali più esclusivi della città di San Biagio comportava l’esborso di ben 30 kune, al cambio 4 euro. Oggigiorno per questa cifra si può portare a casa una pizza mista che due anni fa invece costava 100 e più kune, da 13,2 euro in su. Del resto il 2019 aveva significato per Ragusa l’arrivo di 1 milione e 444 mila vacanzieri, con 4 milioni e 376 mila pernottamenti.

L’anno scorso, complice il Covid-19, la situazione era stata diametralmente opposta: solo 222 mila turisti e 823 mila soggiorni. Una botta dolorosissima per gli addetti ai lavori e l’indotto, con il settore che, secondo Assoturistica ragusea, dovrebbe ri-decollare non prima del mese di giugno. Intanto si ha notizia di prezzi che probabilmente sono destinati a scomparire nei mesi a venire, non appena il quadro dovrebbe andare incontro alla tanto attesa normalizzazione. In una nota pasticceria in centro si possono consumare caffè e dolce al costo di 10 kune, la miseria di 1 euro e 32 centesimi. Ad onor del vero, l’offerta riguarda il periodo compreso tra le 8 e le 10 del mattino. In quel lasso di tempo si può anche ordinare una colazione pagando solamente 20 kune, non più di 2 euro e 64 centesimi. «I proprietari di ristoranti, pizzerie, trattorie e altri esercizi – spiega Ante Vlašić, presidente dell’Assoristoratori ragusei – hanno dovuto semplicemente adeguarsi ad un quadro terribilmente complesso. L’amministrazione cittadina si è schierata dalla parte della categoria, con locazioni meno costose. Molti di noi sono riusciti a mantenere la stessa forza lavoro, altri non ce l’hanno fatta. Simili prezzi però non resteranno in eterno, questo è certo».

Interpellata in merito, Nikolina Trojic, presidente della Camera d’Economia regionale di Ragusa, ha asserito che la situazione venutasi a creare a causa dell’epidemia ha costretto tutti a sacrificarsi, con numerosi occupati che hanno accettato tagli salariali, accontentandosi di stipendi che non superaro i 550 euro. —

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