Ragusa, catturato narcotrafficante italiano
RAGUSA È stato Johnny a capire che qualcosa non quadrava, allarmando i poliziotti che gli erano intorno. Due anni d’età, pastore belga, il cane poliziotto della Questura raguseo–narentana – Johnny appunto – ha permesso alle forze dell’ordine di mettere a segno un gran colpo, rinvenendo quasi 25 chili di cocaina, posizionata sotto il sedile del conducente controllato, un cittadino italiano di 49 anni, che pochi chilometri prima era arrivato in Croazia dalla Bosnia-Erzegovina, attraverso il valico di confine di Ploce.
Al posto di blocco della statale D-8 (la Litoranea adriatica), in località Bacina, nella Regione di Ragusa e della Narenta, a fermare l’auto dell’italiano, una Mercedes, sono stati poliziotti e doganieri, supportati dal predetto cane antidroga. La polizia dalmata, in base alla legge croata sulla privacy, non ha rivelato l’identità dell’arrestato, né la sua località di residenza. A richiamarsi a questo provvedimento è stato pure il console onorario d’Italia a Ragusa (Dubrovnik): «Non posso dire nulla su nome e cognome del cittadino italiano. Lo vieta la legge. Posso solo confermare l’avvenuto arresto in seguito al rinvenimento del quantitativo di sostanza stupefacente».
Dopo il sequestro, il questore raguseo Ivan Pavličević, il responsabile della locale Criminalpol, Zoran Tikvica e il direttore dell’Ufficio raguseo delle Dogane, Pero Perić, hanno incontrato i giornalisti in conferenza stampa, precisando che le forze dell’ordine e i doganieri hanno fatto luce su ben 24 chili e 784 grammi di cocaina, pura al 90 per cento. «Se piazzata – ha dichiarato il questore- la cocaina avrebbe potuto fruttare tra i 17 e i 20 milioni di kune, tra i 2 milioni e 250 mila e i 2 milioni e 647 mila euro. Quello a Bacina è tra i top 5 dei sequestri di cocaina dall’indipendenza della Croazia nel 1991».
Da quanto appurato dagli inquirenti, il 49enne è giunto nel Raguseo provenendo dalla vicina Bosnia-Erzegovina, Paese in cui sarebbe entrato tramite il valico di Vilusi, situato a metà strada tra la montenegrina Nikšić e l’erzegovese Bileča. Non si è però ancora capito se il presunto narcotrafficante italiano intendesse raggiungere Spalato, per poi imbarcarsi sul traghetto per la dirimpettaia Ancona, oppure volesse viaggiare sulla terraferma, fino al confine croato–sloveno alle spalle di Fiume.
A detta degli esperti, la crisi pandemica e la conseguente chiusura delle frontiere ha rarefatto la compravendita di cocaina e il suo prezzo oggi è schizzato alle stelle. —
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