Ragusa, a rischio il resort dei russi

L’ex villaggio militare sul mare di Kupari resta sulla carta. Il ministro: lavori mai partiti, vogliamo risposte entro 15 giorni

RAGUSA (DUBROVNIK). È a rischio uno dei maggiori progetti turistici in Croazia, quello che riguarda il completo rifacimento dell'insediamento di Kupari, nella Regione raguseo–narentana in Dalmazia. Lo ha detto a chiare lettere in conferenza stampa il ministro croato dei Beni statali, Goran Marić: «In due anni il concessionario russo Avenue non si è praticamente schiodato dalla posizione di partenza. Non sta rispettando i propri obblighi, e danneggia così il bilancio nazionale croato. Se entro 15 giorni non si metterà in moto, il contratto potrebbe venire stracciato».

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Sono parole pesanti, che fanno nascere interrogativi sul futuro di questo ex villaggio turistico militare che ai tempi della Jugoslavia fu una vera gemma ricettiva a esclusivo uso dell'allora Armata popolare jugoslava e del Segretariato (ministero) federale della Difesa. Negli anni d'oro di Kupari, il villaggio metteva a disposizione cinque alberghi - Kupari, Pelegrin, Grand, Goricina I e II - per un totale di 1626 posti letto. Passati quasi trent’anni, le strutture versano oggi in completa rovina, fantasmi a un passo dal mare e circondati dal verde delle pinete.

Nel 2016 il governo di centrosinistra del premier Zoran Milanović e il gruppo Avenue (capitale russo) avevano sottoscritto il contratto per i diritti di concessione della durata di 99 anni: il valore del progetto di ristrutturazione e ammodernamento di Kupari era stato quantificato in circa 100 milioni di euro. Da allora, sostengono a Zagabria, il concessionario non ha realizzato nulla di concreto e dunque il documento potrebbe venire rescisso. «La colpa non va addebitata solo all'Avenue – ha rilevato il ministro Marić - ma anche al contratto di concessione firmato due anni fa, un documento anche poco chiaro, se vogliamo, e che finora non ha prodotto risultati concreti. Il nostro intento è di commercializzare il patrimonio statale finora inutilizzato, con benefici per il bilancio nazionale e le autonomie locali interessate. Quanto a Kupari, il tempo stringe e noi non possiamo né vogliamo aspettare ancora».

Il comproprietario e direttore di Avenue investimenti, Ivan Paladina, si è invece detto assai meravigliato di quanto riportato alla stampa: «Sono sorpreso delle dichiarazioni del ministro Marić e non mi riconosco in esse. La mia compagnia sta rispettando alla lettera gli obblighi sottoscritti e dunque non vedo intoppi di alcun genere». «Poco più di sei mesi fa - ha aggiunto - abbiamo proposto delle modifiche al progetto iniziale, peraltro accettate dal governo agli inizi dello scorso mese di novembre. In pratica abbiamo chiesto di passare da 400 a 200 posti letto, aumentando le superfici per persona ed elevando così ulteriormente la qualità degli impianti. In dicembre ci è stato presentato l'annesso al contratto, con la specifica che il nuovo operatore deve esere d'alto livello».

Infatti tempo fa l'Avenue aveva rinunciato alla collaborazione con la catena alberghiera Ritz–Carlton, puntando su un nuovo operatore il cui nome però è rimasto sin qui coperto. «Finora Zagabria ha sempre dato disco verde alle nostre iniziative - ha concluso Paladina - mentre ora stiamo quasi per essere bocciati. Forse lo Stato croato si sta muovendo in un'altra direzione. Non sappiamo quale sia». In ogni modo, il futuro resort a Kupari pare avere subito una grave battuta d'arresto.

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