Ragonese: «Si respira tanta gioia nell’ultimo film di Mazzacurati»

L’attrice siciliana accompagna a Pordenone l’anteprima regionale de “La sedia della felicità”, prima di tornare a Gorizia per il Premio Amidei
Di Beatrice Fiorentino

PORDENONE. È sorridente anche mentre parla, Isabella Ragonese, protagonista con Valerio Mastandrea e Giuseppe Battiston dell’ultimo film di Carlo Mazzacurati “La sedia della felicità”. Solare come il personaggio che interpreta, l’attrice sarà presente stasera alle 21 a Cinemazero a Pordenone, per l’anteprima regionale che ne anticipa l’arrivo nelle sale.

Emozionata, visto che l’opera esce a pochi mesi dalla scomparsa dell’autore, ma soprattutto preoccupata che il dolore per questa perdita possa offuscare la positività che invece pervade la storia. «Questo è un film spensierato - dice - e il desiderio di Carlo era quello di divertire. Porto con me il ricordo di averlo visto seduta vicino a lui al Festival di Torino, era così felice di sentire la gente ridere. Spero che tutta la gioia che si respira in questa storia, in cui la felicità è perfino nel titolo, rimanga intatta».

Ispirato a una novella russa, “La sedia della felicità” è ancora un viaggio di Mazzacurati nel Nord Est, dove tre bizzarri antieroi sono alla ricerca di un tesoro nascosto nell'impagliatura di una strana sedia a forma di elefante. Ragonese, Mastandrea e Battiston interpretano rispettivamente un'estetista che non riesce a far fronte alle rate delle docce solari e dei lettini da massaggio, un tatuatore spesso pagato in natura che si ritrova a dare all’ex moglie pesci al posto degli alimenti e un sacerdote che ha perso fede e cassa della parrocchia a causa di dipendenza da videopoker.

«La sua forza è nello stile - racconta l’attrice -, un film di Carlo lo riconosci da un singolo fotogramma, aveva un modo di raccontare unico. E questo perché le sue storie lo rispecchiano, sono storie sentite, mai costruite a tavolino. Era un cinema di personaggi. Personaggi disgraziati, se vogliamo anche sbagliati, imperfetti, ma raccontati sempre con enorme affetto».

I suoi personaggi spesso rasentano l’assurdo, è vero, eppure attingono sempre dalla vita reale. «Carlo osava tanto - prosegue - costruiva i personaggi con la costumista o la truccatrice, osservava il mondo che gli stava attorno con lo sguardo di un bambino. Per il mio personaggio, Bruna, mi consigliò di considerarlo come un’eroina di Miyazaki. In lei c’è qualcosa di fiabesco, è una donna strana e colorata, facendo l’estetista la ritrovi spesso con lo smalto fra i capelli e altre cose così. Ma al tempo stesso è una donna con un fondo di realismo. Ha la sua piccola impresa, deve fare i conti con la crisi e l’unica speranza che ha è trovare una fortuna in una sedia. Come vincere alla lotteria».

Come si trova una siciliana a vivere il Nord-Est? Senza nessuna difficoltà, perché, per strano che possa sembrare - afferma - «ci sono molti punti di contatto con la mia terra, a partire dalla iniziale ritrosia».

L’esperienza con Mazzacurati non è la prima che vede Isabella dalle nostre parti, già ospite del Premio Amidei nel 2008 con “Tutta la vita davanti” e solo il mese scorso a Udine e Trieste per lo spettacolo teatrale “African Requiem”. E proprio a Gorizia potremmo rivederla molto presto, ancora ospite dell’Amidei, che quest’anno omaggia Carlo Mazzacurati. Isabella saluta con la promessa di esserci, «con grande piacere, impegni di lavoro permettendo».

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