Raffica di furti nelle case di Monfalcone. Prese le baby-ladre in trasferta

Provengono da un campo nomadi di Mestre, c’è anche una 13enne non punibile. Svaligiata una casa in via 25 aprile. Tentato furto in via Sanzio. E raid in via Flavia
Una pattuglia dei carabinieri
Una pattuglia dei carabinieri

MONFALCONE Appartamenti sotto assedio a Monfalcone. Dopo i furti a raffica in diverse abitazioni a ridosso del Natale, una nuova ondata – tra raid consumati o solo tentati – si è verificata negli ultimi giorni, mettendo a soqquadro stanze e in allarme i residenti. Nel mirino via 25 Aprile, via Flavia e pure la defilata via Sanzio, con vista sul canale de Dottori.

Baby - ladre. Le forze dell’ordine, che già avevano rafforzato i presidi in concomitanza delle festività, non se ne stanno a guardare. Anzi in due episodi sono riusciti con tempestività a bloccare e denunciare le presunte autrici delle “imprese”, recuperando anche la refurtiva. Ma lascia sgomenti che si tratti di baby-ladre: quattro giovanissime, secondo l’età dichiarata dalle medesime e che ora, in assenza di documenti, dovrà essere riscontrata. Una ragazza ha 15 anni, un’altra 14 e la terza è addirittura 13enne. Una bambina. E, per il nostro Codice penale, non imputabile in quanto sussiste a suo carico una presunzione assoluta di incapacità d’intendere e di volere.

L’ordinamento italiano fissa infatti nei 14 anni la soglia d’impunibilità. La quarta persona, l’unica maggiorenne, risulta invece incinta. Un’analogia con l’altro, recentissimo caso di via Roma, dove mercoledì un appartamento è stato svaligiato da due donne di etnia rom, una delle quali appunto in stato interessante (minorenne l’altra). Ma i punti di contatto non finiscono qui, sebbene si tratti di altre persone, in questo caso di origine croata, ma residenti in un campo nomadi di Mestre: il quartetto è giunto in città via treno, come l’altra coppia di ladre, scendendo alla Stazione ferroviaria. Insomma, baby ladre in trasferta dal Veneto.

I fatti. Giovedì alle 13.50 arriva al Commissariato una richiesta di intervento in via 25 Aprile. Una donna, che risiede in uno dei palazzoni écru a sei piani degli anni ’60, ha trovato al rientro dal lavoro l’uscio divelto e l’appartamento sottosopra. Mancano all’appello una collana e un bracciale in oro, nonché un orologio placcato nello stesso metallo nobile. Accorrono la Volante e un paio di agenti in borghese. Questi, dopo pochi minuti, intercettano due giovani, sprovviste di documenti. Vengono perquisite: nessun oggetto proveniente dall’alloggio poco prima “visitato”; ma, pur abilmente occultati, saltano fuori gli attrezzi del “mestiere”, cioè arnesi da scasso (tra cui un cacciavite di ben 45 cm), poi requisiti. La Polizia avvia le indagini e, recuperando alcuni fotogrammi dalle telecamere in stazione, individuano le due testé fermate che, nel video, compaiono assieme ad altre due ragazze.

Fin qui la Polizia. Entrano in scena i carabinieri. Nello stesso pomeriggio, infatti, i militari si imbattono proprio nelle altre due giovani, viste solo via filmato. Accade intervenendo sulla chiamata di un cittadino che ha segnalato d’aver visto alcune donne tentare di penetrare in un alloggio di via Sanzio. Vista la mala parata, le due si allontanano verso la stazione, ma in via Toti, grazie alla descrizione fornita, vengono stoppate. E – sorpresa – saltano fuori alcuni dei preziosi sottratti in via 25 aprile. I militari procedono con la denuncia per ricettazione. La Polizia per furto aggravato in concorso. Saranno poi le Procure (allertata anche quella Minorile) a ipotizzare i profili di responsabilità. Il quartetto è comunque a piede libero, gli arnesi sotto sequestro e la refurtiva restituita al proprietario.

Di venerdì sera, invece, il furto commesso in via Flavia, dove ignoti sono entrati da una portafinestra mettendo completamente soqquadro le stanze di una villetta in cui risiedono due anziani, allontanatisi per fare la spesa, tra le 17 e le 18. Per fortuna la proprietaria non tiene ori in casa né li indossa, sicché i ladri (che stando alla Scientifica non hanno lasciato neppure un’impronta) si sono dovuti accontentare di un paio di orologi cinesi di modestissimo valore. Uccel di bosco gli autori del furto, che hanno agito secondo una modalità più affine ai raid di Natale che agli ultimi colpi svolti in trasferta. –


 

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