Raffica di furti al Villaggio del pescatore
DUINO AURISINA. Non c'è pace per i proprietari di scafi ormeggiati al porticciolo del Villaggio del Pescatore, frequentato da circa 600 diportisti: sotto le festività sono spariti tre motori fuoribordo per un valore complessivo che si aggira sui 5mila euro.
Dei furti, avvenuti a ridosso del Natale, le forze dell'ordine non hanno ritenuto di dover dar notizia agli organi d'informazione, ma gli episodi ugualmente emersi hanno fatto ripiombare il paese nella paura. Le indagini, affidate a polizia e carabinieri, proseguono e sarebbero concentrate in una determinata direzione, tenuta però sotto riserbo dagli inquirenti. L'obiettivo è risalire all'identità dell'autore o degli autori del raid, come avvenuto per l'ultimo grosso furto registrato, sempre in paese, quasi un anno fa, il 28 gennaio 2014. La data è rimasta scolpita nella memoria dei residenti: in quell'occasione era stato rubato, assieme a un altro motore, il fuoribordo di proprietà dell’ex assessore ai lavori pubblici di Duino, Andrea Humar. A entrare in azione, allora, era stata una banda specializzata in furti di motori marini. Circostanza, invece, che la polizia tende a escludere per quest'ultimo furto, avvenuto con modalità ritenute “grossolane”.
Un anno fa i ladri, poi tutti individuati e arrestati nel giro di un mese e mezzo, avevano prelevato motori del peso di circa 150 chilogrammi l’uno, con tutta probabilità avvalendosi di un mezzo meccanico. E per agire con meno impaccio avevano perfino provveduto a spostare le vicine imbarcazioni, poi lasciate andare alla deriva. Stavolta le modalità di azione risultano differenti. I ladri che hanno consumato il colpo di Natale hanno eluso in primis la sorveglianza degli specchi acquei. Parrebbe escluso, infatti, almeno stando alle prime indagini, che i malviventi siano giunti in paese via terra, anche perché, come noto, per contrastare la piaga dei raid i sodalizi e gli operatori della zona lo scorso giugno avevano assoldato dei vigilantes privati, in campo soprattutto di notte. Vigilanza che, come spiegano ora i diretti interessati, verrà ulteriormente rafforzata per evitare una recrudescenza del fenomeno. Pertanto i ladri sarebbero verosimilmente giunti via mare, a bordo di un'imbarcazione, e avrebbero prelevato i motori di piccole dimensioni (a 4 o 5 cavalli) con le proprie mani.
Un colpo di spessore ben diverso da quello messo a segno a gennaio 2014, ma non per questo meno temuto da società nautiche e cantieri marini, che loro malgrado si trovano a essere nuovamente nel mirino dei ladri. Ciò dopo un periodo di relativa calma che aveva fatto ben sperare i proprietari delle tante barche legate lungo il porticciolo e fino al Timavo. Le associazioni confermano la presenza costante del personale di polizia e frequenti controlli al porticciolo nei periodi cruciali. I derubati hanno sporto regolare denuncia alle forze dell'ordine.
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