Raddoppiati in una settimana i ricoveri in Terapia intensiva

TRIESTE Calano i ricoverati con diagnosi Covid-19, da ventuno a sedici, ma il conto delle terapie intensive occupate in Friuli Venezia Giulia sale ancora: da cinque a sei. I numeri sono fortunatamente bassi, ma il dato di ieri è il più alto dal 3 maggio e, di fatto, significa il raddoppio in una settimana. Troppo presto, naturalmente, per gli allarmi, ma il carico sul sistema sanitario regionale è un fattore fondamentale per valutare l’evoluzione della pandemia.
Il primo letto di terapia intensiva con un paziente colpito dal coronavirus è del 7 marzo. A pochi giorni dall’inizio del “lockdown”, dalla sala operativa della Protezione civile si informava che i casi in Fvg erano saliti a 42 su un totale di 696 test effettuati e che otto persone, di cui una appunto in Ti, erano ricoverate in ospedale. Erano i primi giorni di diffusione del contagio e i numeri sarebbero cresciuti molto in fretta. Già il 12 marzo le terapie intensive Covid erano diventate dieci, il 17 marzo ventotto, il 20 marzo trentotto, il 21 marzo quarantasei. Fino ad arrivare al picco di 61, toccato due volte il 29 marzo e il 2 aprile. Un periodo molto duro, con la Regione pronta a varare un piano di rinforzo e a prevedere ulteriori posti per malati gravi a Cattinara (15), Gorizia (16), Udine (30), Palmanova (21) e Pordenone (12) nel caso di peggioramento della situazione.
In una regione in cui il virus è stato sempre ben contenuto, la curva ha però iniziata ad abbassarsi. E, a fine maggio, le terapie intensive Covid si sono svuotate. Per oltre un mese, dal 20 giugno al 22 luglio, non si è contato nessun ricoverato in Ti. Il successivo rialzo non è arrivato mai a livelli di guarda, ma in questi ultimi giorni si assiste a un incremento che va monitorato.
Non a caso, da alcuni giorni, come da informazione del vicepresidente Riccardo Riccardi, la task force coordinata da Fabio Barbone, epidemiologo e direttore scientifico del Burlo, si è tornata a riunire quotidianamente, riprendendo l’operatività di marzo e aprile. Quanto ai ricoverati nei reparti delle malattie infettive delle strutture ospedaliere della regione, ieri sono scesi di cinque unità. I sedici comunicati dalla Regione rappresentano il 6,8% dei 236 del 29 marzo, il giorno di picco. —
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