Raccolte 5700 firme per il ritorno dei bus

Il fronte del no torna ad alzare le barricate. Il Comune potrebbe presto trovarsi davanti a proteste in piazza, ricorsi al Tar e class action di semplici cittadini intenzionati a fare di tutto per...

Il fronte del no torna ad alzare le barricate. Il Comune potrebbe presto trovarsi davanti a proteste in piazza, ricorsi al Tar e class action di semplici cittadini intenzionati a fare di tutto per dare battaglia contro la pedonalizzazione di via Mazzini. Non sono passate inosservate, ad esempio, le 5.700 firme raccolte in pochi giorni dall’attivissimo Marcello Madau con la sua petizione. Ieri l’ha depositata in municipio e oggi alle 10 organizza una conferenza stampa in piazza Goldoni. «Chiediamo di non proseguire con queste inutili e sbagliate sperimentazioni - spiega -. Ci rendiamo conto di cosa ha combinato la giunta Cosolini? Una pedonalizzazione a metà, con buona parte della via, quella bassa, dimenticata. O le cose si fanno per bene, oppure non ha senso farle. Questa non è riqualificazione, un piano del traffico segue modelli matematici ben precisi. Qui invece ci troviamo con costi maggiori e con disagi per la cittadinanza più debole, soprattutto gli anziani. Probabilmente – annuncia – organizzerò un corteo di protesta sotto il municipio».

Sulla stessa linea Pierguido Collino, uno dei titolari di “Rosini”, negozio di calzature in Corso Italia. Nel 2006 aveva fondato un comitato per promuovere la pedonalizzazione della via, soprattutto per tutelare i residenti. «Invece hanno chiuso via Mazzini, una scelta incomprensibile - commenta - perché il centro storico dovrebbe essere riqualificato in modo omogeneo, con l’asse piazza Unità-piazza della Borsa-Corso Italia. Hanno fatto altrimenti, con un’iniziativa arbitraria che ha fatto inferocire la gente e non si sa per compiacere chi. La pedonalizzazione di via Mazzini – prosegue Collino – è parziale. La strada è comunque sempre piena di furgoni o macchine, con l’effetto di scaricare tutto il traffico dei bus su Corso Italia, Rive, via Roma e via Valdirivo. In quelle strade, in alcuni momenti della giornata, è come stare in una tangenziale. Corso Italia, ad esempio, è un tratto che dovrebbe essere considerato di particolare pregio e quindi valorizzato per questo, invece è diventato invivibile. Nessuno ce l’ha con via Mazzini, ma non vogliamo che si creino gironi infernali nella altre vie». Il comitato non esclude un ricorso al Tar, sotto forma di class action. «È un sopruso, per cui ci opporremo in ogni modo». (g.s.)

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