Raccolta scarsa di funghi a causa del meteo avverso Più complesso il patentino

MONFALCONE
I frutti del bosco? Se si parla di funghi, quest’anno sono stati davvero pochi. Lo hanno certificato in questi giorni, sullo scadere di ottobre, gli esperti dell’associazione micologica Bresadola gruppo monfalconese “Benito Russo”, che hanno incontrato, nonostante le conoscenze accumulate negli anni, inconsuete difficoltà nell’allestire le tradizionali mostre micologiche d’autunno. A provocare la scarsità di funghi nel territorio carsico alle spalle di Monfalcone e pure nelle montagne della regione non solo la ridotta piovosità di agosto e soprattutto di settembre, ma anche un maggio decisamente freddo, che ha visto la neve tornare a cadere.
«In montagna i porcini si vedono da fine giugno a settembre-ottobre – spiega Franco Braida, del direttivo dell’associazione –, ma quest’anno, come le specie che si trovano sul Carso, cioè porcinelli, russole, mazze di tamburo, finferli e funghi di San Martino, non se ne sono praticamente visti». Tant’è che per realizzare le mostre alcuni soci raccoglitori del Gruppo Bresadola, muniti dell’attrezzatura necessaria, hanno dovuto non solo setacciare le alture carsiche, ma anche recarsi nella zona di Aidussina, in Slovenia, dove la situazione si è rivelata migliore e il raccolto è stato più abbondante. «Quanto successo quest’anno non è un fenomeno isolato – aggiunge Braida –, perché l’abbiamo osservato in media ogni 10-12 anni. Se poi si ripeterà, dando conferma di un cambiamento del clima, sarà da vedere».
Alle spalle la stagione dei funghi, che non ci sono stati, l’inverno potrà comunque essere messo a frutto dagli appassionati preparandosi alla prossima stagione attraverso i corsi di formazione che il gruppo “e le altre associazione del territorio monfalconese proporranno nei prossimi mesi. Frequentarli è di fatto indispensabile per superare l’esame del “patentino”, ovvero ottenere l’autorizzazione alla raccolta permanente su tutto il territorio regionale (il contributo per la raccolta va pagato comunque ogni anno). Dopo un periodo di confusione creato dalla cancellazione delle Province, prima titolari in materia, e il subentro delle Uti, come rileva Braida, ora, con l’aggiornamento della legge in materia, a rilasciare l’autorizzazione sono le Comunità montane o gli Enti di decentramento territoriale, previo superamento della prova orale negli ispettorati micologici regionali, istituiti nelle Aziende per l’assistenza sanitaria. Gli stessi ispettorati sono chiamati a fornire attività di consulenza anche ai privati cittadini, ma la pandemia li ha resi ancora più distanti per gli appassionati che in passato, almeno a Monfalcone, potevano contare sulla presenza nel mercato di piazza Cavour una volta alla settimana del vigile urbano, ed esperto micologo, Andrea Kenda, sempre in attività come docente con il Gruppo micologico Us Acli di Ronchi dei Legionari. «Sono ora le associazioni del territorio quindi a fornire una risposta immediata ai cittadini, dando un contributo alla conoscenza e quindi alla salute di tutti», sottolinea Braida.
L’associazione micologica Bresadola, comunque, continua a organizzare anche, in primavera, conferenze o giornate illustrative su conservazione e tossicità di alimenti a base di funghi o erbe naturali e, in autunno, incontri didattici e formativi, anche su malattie da zecche, assaggi e descrizioni di piatti a base di funghi e erbe. Il gruppo contribuisce inoltre alla valorizzazione del Centro visite di Pietrarossa e dell’ambiente circostante. —
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