Quote rosa record e telefonini al bando Gli scout laici triestini festeggiano 100 anni

IL COMPLEANNOIl senso della libertà, la vita all’aria aperta, l’amicizia e, soprattutto, il principio dell’educazione da vivere e da saper divulgare. Antichi valori, che fanno parte della storia...

IL COMPLEANNO



Il senso della libertà, la vita all’aria aperta, l’amicizia e, soprattutto, il principio dell’educazione da vivere e da saper divulgare. Antichi valori, che fanno parte della storia dello scautismo, proiettati verso nuove frontiere. Il movimento internazionale, nella sua variegata realtà triestina, tocca un nuovo traguardo.

La sezione locale del Cngei, il Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani, festeggia infatti i suoi 100 anni di vita: un compleanno tradotto in una “due giorni” speciale, in programma tra ieri e oggi, evento organizzato in collaborazione con il Progetto Area Giovani del Comune e ambientato per l’occasione non tra i boschi ma in un “campo” allestito nel cuore della città, in piazza Sant’Antonio, proprio per voler attestare la vicinanza con la cittadinanza stessa e per rilanciare temi e proposte che possano andare al di là dell’inconica figura del boy scout che aiuta l’anziana ad attraversare la strada.

Uno scautismo a carattere laico, quello targato Cngei, là dove tuttavia identità laica non vuol dire avversione all’anima cattolica - anima che caratterizza invece il versante Agesci - bensì piuttosto inclusione di un regime di libertà in una visione etico-sociale: insomma, nessun indirizzo politico e religioso alla base dell’impegno civile e della cosiddetta “co-educazione”. A Trieste la “frangia” Cngei è composta da circa 160 membri attivi nei livelli canonici dello scautismo, ovvero i Lupetti dagli 8 ai 12 anni, gli Esploratori sino ai 16 e i Rover, tra i i 16 e il 19.

L’attività viene coordinata in due sedi (le scuole Italo Svevo e Manzoni) e altrettante risultano essere le guide attuali, a cominciare dal presidente Marco Possanelli, 50 anni, sposato e con due figlie, impiegato nel campo della vendita di gas industriali, da oltre 40 anni in divisa grigioverde e calzoncini corti. Accanto a lui opera il commissario, Giulia Privileggi, 39 anni, sposata, preposta alle modalità educative del movimento e un lavoro legato alla gestione amministrativa e finanziaria di progetti sviluppati all’Area Science Park.

L’altro dato significativo del gruppo è la forte incidenza delle donne, sia adolescenti che adulte, ben quasi la metà. Le quote rosa quindi contano e si fanno valere, e lo testimonia il percorso di Raffaella Klaus, 49 anni, detta “Anatroccolo Pimpante” (sì, i soprannomi qui sono quasi d’obbligo), sposata e con prole, anche lei da oltre 40 anni tra le fila dei seguaci di Baden Powell: «C’è assoluta parità tra noi – sottolinea – e le donne poi sono fortemente competitive già in età adolescenziale, e tra le scout non mancano risultati migliori rispetto ai colleghi maschi. Io mi sono avvicinata da piccola per amicizia», aggiunge Raffaella Klaus: «Altri tempi, per la socializzazione. Ora molti giovani si nascondono dietro a una tastiera o a uno schermo, rendendo spesso difficile l’affermazione di una vera identità e l’aggregazione. Anche per questo nei nostri campi in montagna la tecnologia è bandita o usata per fini assolutamente pratici, per la ricerca o lo studio».

La pensa così anche Lorenzo Tommasini, 29 anni, dottorando in Letteratura italiana a Losanna, convinto assertore del valore dell’impegno scout in chiave formativa: «Quando mi sono avvicinato ero attratto dalla vita all’aria aperta – ricorda –. Ora le nuove generazioni magari soffrono maggiormente, hanno altre fragilità, a cominciare dalle varie forme d’isolamento. Il nostro impegno è diretto anche in tal senso. Cerchiamo di dare coscienza civile e carattere di utilità al contesto sociale».

La prima giornata del centenario si è sviluppata tra vetrine espositive e laboratori, anche di cucina, specie quella ad “alto tasso glicemico” utile nei campi montani, come pasticcini al cocco e tiramisù.

Oggi si replica, sempre dalle 10, con una “caccia” in città tra monumenti e angoli segreti, per poi dare vita alle 16 al “quadrato”, la disposizione celebrativa ancora a Sant’Antonio. Il tocco finale di un traguardo storico. —



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