Querela Trieste-Udine a causa di un “mandi”

Un avvocato friulano denuncia la vignetta di “Triesteball” che paragona il saluto in marilenghe a un verso animale 

TRIESTE Da querelle a querela il passo è breve. L’eterna diatriba tra Trieste e Udine ora rischia di avere ripercussioni legali. L’avvocato friulano Luca Campanotto vuole rivolgersi alla Procura, a seguito di una vignetta – o meglio di un meme, nel linguaggio di internet – comparsa sulla pagina Facebook “Triesteball”. La pagina è solita creare immagini ironiche su argomenti di carattere locale. Uno dei personaggi ricorrenti, ad esempio, è il sindaco Roberto Dipiazza, rappresentato nei panni del supereroe intento a compiere gesta. Tornando alla polemica, la vignetta della discordia è stata pubblicata negli scorsi giorni e raffigura una maestra, che chiede: «Allora bambini, quali versi abbiamo sentito ieri alla fattoria?». Un piccolo alunno risponde: «Muu». Un altro: «Bee». Un altro ancora: «Mandi». Campanotto non ha gradito e ha annunciato che denuncerà gli autori del post. Questi ultimi, al momento, sono ignoti.

La notizia ha invece presto fatto il giro del web. Nella bozza della querela (l’intenzione del legale è quella di depositarla lunedì) si possono leggere i capi d’accusa: «diffamazione dei cittadini friulanofoni, in quanto paragonati agli animali» e «diffusione di idee tendenti all’asserita inferiorità della lingua friulana». A supporto dell’accusa è citata vasta letteratura, compresa la Legge Mancino, che persegue gesti riconducibili all’ideologia nazifascista o finalizzati alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Al telefono, Campanotto ha specificato: «Parlo in qualità di persona offesa, prima ancora che di avvocato: mi sento colpito in quanto friulanofono». Ieri Triesteball ha pubblicato delle scuse, firmate a nome dello staff.

«Il nostro intento non era offendere – si legge su Facebook –. Abbiamo sempre trattato argomenti relativi al folklore locale: il campanilismo in Friuli Venezia Giulia è uno di questi. Speriamo di riuscire a trovare un punto d'incontro e mettere da parte questa storia». Contattato tramite la chat privata, chi gestisce la pagina ha aggiunto: «Abbiamo preferito rimuovere la vignetta per evitare ulteriori malintesi e ci scusiamo con chiunque possa essersi risentito. Ringraziamo i nostri fan per la solidarietà». La solidarietà dei fan, in effetti, sui social non è mancata. Qualcuno ha lanciato l’hashtag #jesuistriesteball. Sul tema si è espresso pure l’assessore comunale al Commercio triestino, il forzista Lorenzo Giorgi: «Piena solidarietà a Triesteball – ha scritto –. La satira e l’ironia non possono essere merce di scambio». —


 

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