Quelle estati a Ischia con Bongusto tra il pubblico
La galleria di ricordi del musicista Umberto Lupi tra night club in Germania e feste alla Marinella

Le operette estive al Castello di San Giusto in compagnia della nonna. I concertini dei gruppi tzigani al Caffè della Stazione («avevo 5-6 anni e mia mamma mi portava con lei ad ascoltarli»). L’interesse precoce per il violino («ho cominciato con il mestolo della polenta, sul quale fissavo degli spaghi, finché, un giorno, mio papà è venuto a casa con un violino vero»). Sono ricordi di una vita spesa per la musica quelli snocciolati da Umberto Lupi, classe 1941, senza dubbio uno degli artisti più prolifici della scena triestina.
I primi ingaggi arrivano da giovanissimo, appena finito il collegio. Lupi esordisce con alcuni complessini nei locali di periferia e arriva, neanche diciottenne, al Night Club Odeon, in via San Lazzaro: «Era al primo piano, un posto bellissimo. Anche se era vietato ai minori di 18 anni, io già suonavo». E poi arrivano le prime tournée estive che, a 19 anni, lo portano in Germania, con il gruppo “Berto e i Principi”. Erano gli anni '60 e «cominciava l'era del rock, dei Beatles, dei Rolling Stones, ma noi preferivamo il repertorio americano, da night. Siamo arrivati a Krefeld in treno, portando con noi i bagagli e gli strumenti. È venuto a prenderci l'impresario con una Mercedes nera e siamo andati in un locale, tipo messicano, con le porte che si aprivano come nei film western. Era diviso in due parti: in una c'era la rosticceria, nell'altra la malavita tedesca e i magliari italiani. Ogni sera c'erano baruffe e noi dovevamo suonare per coprirle». Il viaggio è poi proseguito a Bremenhaven sul Mare del Nord «lì il night era ben frequentato. Mi ricordo che entravamo con la luce del tramonto e uscivamo all'alba. Suonavamo tanto». Sul lago di Misurina, invece, al Grand Hotel nel pomeriggio si danzava e di sera si suonava fino all'una di notte. A Trieste Lupi e il suo complesso hanno suonato dappertutto: «a La Pineta, a La Marinella, all’Edera, all’Estivo in via Pindemonte». Negli anni '60-'70 suonava, come piano bar, alla Bottega del Vino e al Bastione Fiorito a San Giusto e poi a Tor Cucherna.
Ma il ricordo che conserva con affetto sono le estati trascorse a Ischia, per ben quattro anni, dove si esibiva da aprile a tutto ottobre, dalle 21 alle 2 di notte. «Suonavo nel locale la Taverna da Angelo sulla Rive Droite. C'era un via vai continuo di gente e non c'era tempo da perdere: dovevi cominciare a suonare subito. La gente voleva ballare fino alle 22.15, dopo si metteva intorno al piano per cantare». Lupi suonava i successi degli anni '60, le canzoni napoletane e qualche volta proponeva anche alcuni pezzi triestini, come “Marinaresca”, molto gradito dal pubblico. I clienti venivano ogni anno, sempre nello stesso mese. «Tra loro c’era Fred Bongusto, che aveva la casa a Sant'Angelo - gli piaceva come suonavo, con il mio pianoforte Yamaha e tre tastiere -, e il questore di Napoli, che prima era stato questore a Trieste». Estati ricche di ricordi che portano alla luce spaccati di vita.
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